“E’ un vero terremoto quello che sta scuotendo l’avvocatura penale italiana dopo la pubblicazione di alcuni passaggi della motivazione della sentenza della Prima Corte di Assise di Roma per la morte del carabiniere Mario Cerciello Rega, sentenza che ci ha attaccato per avere esercitato il diritto di mettere in dubbio la parola dei testi d’accusa perché appartenenti alla forza pubblica”. Con queste parole l’Avvocato Renato Borzone e l’Avvocato Roberto Capra, difensori di Finnegan Lee Elder, commentano la presa di posizione dell’Unione delle Camere Penali e di numerose Camere Penali territoriali tra cui quello della Camera Penale Vittorio Chiusano - Piemonte Occidentale e Valle d'Aosta che raccoglie circa 300 avvocati penalisti.

Da quando sono uscite quelle parole i penalisti sono in rivolta: l’Unione delle Camere Penali italiane, che rappresenta oltre 10.000 avvocati stigmatizza in una delibera della Giunta nazionale la manifestazione di volontà dei giudici di condizionare la doverosa attività difensiva, ma sono scese in campo anche le camere penali territoriali, scandalizzate dall’aggressione al diritto di difesa. Milano, Torino, le Camere Penali Toscane Roma, Napoli, Torre Annunziata, Bologna Catania, , ed altre hanno votato delle autonome delibere in cui si reagisce alla messa in pericolo dei principi del giusto processo. La Camera Penale di Milano sottolinea come l’insofferenza dei giudici verso attività legittime della difesa vizia il giudizio di colpevolezza espresso nei confronti degli imputati e stigmatizza come “l’esternazione di opinioni personali dei giudici sullo svolgersi del processo è dimostrazione dell’evidente sentimento di pretesa di impunità rispetto all’autorità disciplinare”. 

Le camere penali di Torino e Roma, in una nota congiunta, rimarcano che l’affermazione secondo la quale “la difesa può essere esercitata nel limite del consentito” evidenzia che l’attitudine giustizialista di parte della opinione pubblica sta pericolosamente entrando nel bagaglio culturale della magistratura. Altre camere penali rilevano che “Questa sentenza vuole affermare un nuovo inaudito principio di diritto: la difesa ha un doppio limite etico e giuridico. Una sentenza che punta a limitare i principi del contraddittorio e a circoscrivere le possibilità di intervento della difesa aprendo pericolosamente la strada allo stato di polizia”.

La Camera Penale di Napoli rileva il fastidio dei giudici verso la difesa, tollerabile solo se silente e se non crea ostacoli alla conclusione di un processo già preventivamente deciso. Altre delibere segnalano come sia inaudita la pretesa di considerare la deposizione di esponenti della forza pubblica come veritiera a prescindere, sottraendo la possibilità degli avvocati di sottoporre a vaglio le prove all’interno della fase più importante del processo, il dibattimento.

“Resta il fatto che – continua Borzone -  da quando la sentenza è stata resa pubblica, vi è una vera e propria insurrezione delle associazioni dei penalisti contro le concezioni giudiziarie fondate sui principi di uno stato etico autoritario piuttosto che su quelli di uno stato di diritto”.

Nei giorni scorsi Gli avvocati Renato Borzone e Roberto Capra, nel commentare la sentenza, avevano affermato di trovarsi di fronte ad una sentenza non solo ingiusta, ma anche sbagliata nel merito: La lettura delle motivazioni, fa trapelare un intento di non voler approfondire la verità processuale.

Andremo avanti con l’appello – sottolinea l’avvocato Capra – perché la ricostruzione che leggiamo nella sentenza è errata e dobbiamo dare ai due ragazzi imputati una valutazione equilibrata dei fatti e delle prove che arrivi da un giudizio che fotografi realmente come sono andate le cose.

La difesa – conclude l’avvocato Borzone - proseguirà alla ricerca di un vero processo e di un giudice non condizionato dalla divisa dei testimoni per stabilire una volta per tutte la verità dei fatti”.

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