Omicidio di Mamma Coraggio: chiesto l'ergastolo per Francesco Tamarisco
Chiesta la conferma del carcere a vita per il boss che fece trucidare Matilde Sorrentino: sentenza a metà ottobre
27-09-2023 | di Marco De Rosa
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Ergastolo per il boss. Fu Francesco Tamarisco ad ordinare la morte di "mamma coraggio" e per questo motivo merita di restare in carcere a vita. E’ toccato al procuratore Generale Stefania Buda chiedere la conferma del fine pena mai per il boss che ordinò la morte di Matilde Sorrentino, eseguita poi per mano di Alfredo Gallo, davanti casa, il 26 marzo 2004.
Matilde fu raggiunta da 4 colpi di pistola, esplosi in faccia a distanza ravvicinata. Una vera esecuzione. Pagò con la vita le sue denunce sugli abusi sessuali perpetrati ai danni di alcuni bambini, tra i quali il figlio, nel quartiere dei Poverelli.
Nel corso dell’udienza di oggi in corte d’Assise d’Appello di Napoli, c’è stata la breve testimonianza di Michele Simone, figlio di Davide Simone, morto in un agguato di stampo camorristico a Torre Annunziata il 23 gennaio 2008. Una testimonianza che non ha scalfito il quadro probatorio a carico di Francesco Tamarisco, anche in relazione alle dichiarazioni dei pentiti che nel corso degli anni hanno parlato in aula sulle cause dell’omicidio, sul ruolo dell’esecutore materiale del delitto e sul mandante. Tra queste, anche quello di Pietro Izzo che, ha rivelato di una convocazione a Palazzo Fienga, il quartier generale dei Gionta, un paio di settimane dopo l’omicidio di Matilde Sorrentino.
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A Izzo gli fu chiesto di seguire gli spostamenti di Francesco Tamarisco, sul cui capo pendeva un ordine di esecuzione per quanto aveva messo in atto. Ma il boss fiutò il pericolo chiudendosi in casa, sfuggendo alla morte per mano dei valentini.
Un omicidio brutale, che provocò un’ondata di dolore in tutta la comunità di Torre Annunziata. Gli abusi sui minori furono documentati grazie alle denunce di tre madri, i cui figli erano caduti nella rete dei pedofili. Il ruolo di assoluta protagonista venne assunto da Matilde Sorrentino, per questo detta “mamma coraggio”. Un processo che ha fatto emergere uno spaccato duro della realtà in cui viveva la città oplontina. Un luogo del male in cui non si ha rispetto per bambini e donne. In questo contesto Matilde Sorrentino è morta per lottare contro questo male. Pur essendo una donna indifesa non si è mai tirata indietro e il suo esempio sarà da insegnamento per una società migliore. La sentenza è prevista per metà ottobre.
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