Poteva tornare libero. Sul serio. Anche solo per cinque minuti e per un banale “difetto di notifica”. Nunzio Annunziata, il 37enne di Terzigno che il 14 settembre scorso, ubriaco dopo “due campari gin bevuti sotto casa”, uccise con sei colpi di pistola la sua ex Enza Avino (35), mai perdonata dallo stalker per la fine della loro storia, ha ‘rischiato’ ieri la scarcerazione.

La vera e propria ‘beffa-bis’ per la famiglia della vittima (Annunziata era già stato scarcerato a luglio dal Riesame) poteva viversi sempre al Riesame di Napoli, a causa di due grossolani vizi di procedura: un difetto di notifica nell’avviso di fissazione dell’udienza, eccepito cinque giorni fa da uno dei difensori del killer, l’avvocato Giovanni Tortora, ed un calcolo sbagliato dei giudici nella scadenza dei termini. Il tempo utile al tribunale per esprimersi sulla richiesta (dieci giorni dalla ricezione del provvedimento di custodia in carcere, ndr).

“Termini perentori, che non consentono mai proroga, nemmeno se l’ultimo giorno è la domenica”, la tesi vincente degli avvocati di Annunziata (lo stalker è difeso anche dal legale Gaetano Rapacciuolo). Colpo di scena: il killer di Enza Avino va scarcerato. Per due marchiani errori.

Solo l’immediato intervento della Procura della Repubblica di Nola ha evitato l’epilogo-choc. Il pm Maurizio de Franchis ha subito richiesto un nuovo decreto di fermo per Annunziata, così trattenuto in cella a Poggioreale. Tutto ripartirà da zero. Da un secondo interrogatorio di garanzia. Inutile, ma lo impone la legge. Chissà se il killer risponderà stavolta al gip.

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