La Corte d’Assise del Tribunale di Napoli ha cancellato il giudizio immediato per Nunzio Annunziata, il 37enne accusato di aver ucciso il 14 settembre scorso, in via Fiume a Terzigno e con 6 colpi di pistola, la sua ex compagna, Enza Avino (36 anni): “irregolare” avviso agli avvocati del killer reo-confesso, il motivo del colpo di scena in aula. Gli atti tornano in Procura e i tempi si allungano. I legali del killer di Enza, Giovanni Tortora e Maddalena Nappo, sceglieranno il rito abbreviato a processo.

IL PRECEDENTE. Il prossimo 16 marzo, Nunzio Annunziata potrebbe persino tornare libero. La Cassazione deciderà infatti sull’annullamento della seconda ordinanza di custodia in carcere, emessa a carico del 37enne su richiesta del pm della Procura di Nola nell’ottobre scorso. Il killer di Enza ‘rischiò’ la libertà anche lo scorso 13 ottobre: per un difetto di notifica e un calcolo sbagliato dei giudici nella scadenza dei termini, utili al tribunale per decidere sull’istanza di scarcerazione presentata dai suoi avvocati.

IL CAVILLO. La ‘beffa-bis’ per la famiglia di Enza Avino nascerebbe da una legge varata di recente dal Governo. La 47/2015, che vieta al gip di “riprodurre pedissequamente – la tesi dei legali di Annunziata in Cassazione – la stessa motivazione espressa dal pm nella richiesta di custodia”. In soldoni, il gip avrebbe dovuto evitare un provvedimento ‘fotocopia’, ponendo alla base del secondo ordine di carcerazione una “valutazione nuova ed autonoma del compendio cautelare”. Valutazione diversa che - per la difesa - mancherebbe del tutto.

Proprio in base alla nuova legge (più stringente in materia di misure cautelari), lo scorso 26 ottobre il Tribunale del Riesame di Napoli decise per la scarcerazione di sedici indagati, raggiunti da un’ordinanza di custodia nell’inchiesta sulle ramificazioni a Marcianise del clan camorristico Belforte.

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