TERZIGNO. Omicidio Enza Avino: nuovo nulla di fatto, in tribunale a Nola, nel processo per stalking a carico di Nunzio Annunziata, killer reo-confesso nonché ex compagno della vittima. Sul capo dell’autotrasportatore 37enne, con precedenti per rapina, continua a pendere una richiesta di condanna a quattro anni di reclusione. Richiesta avanzata 7 giorni fa in aula dal pm.

LA RICUSAZIONE. Il processo resterà in “stand-by” fino a dicembre. A bloccarlo, infatti, c’è un’istanza di ricusazione del giudice Agnese Di Iorio, depositata in cancelleria dall’avvocato Giovanni Tortora, legale di Annunziata. Istanza sulla quale ieri era attesa la risposta del Presidente della Corte d’Appello di Napoli. Presidente che, però, non si è ancora pronunciato sul presunto venir meno della “imparzialità” del giudice (leggi qui), paventato dalla difesa del killer. La risposta arriverà solo a dicembre, tutto rinviato. Il pericolo alle porte, in caso di “cambio della toga”, è che il processo per stalking riparta da zero. Una vera beffa per i familiari della Avino.

Il “colpo di scena”, in tribunale, alla scorsa udienza, il 17 ottobre. Dopo la requisitoria del pm, la parola passa all’avvocato di Annunziata. Ma il giudice Di Iorio prima chiede di “abbreviare i tempi della discussione”. Poi, secondo il legale del killer, avrebbe interrotto la sua discussione finale, alludendo più volte al tragico epilogo della vicenda: l’omicidio di Enza, freddata in via Fiume il 14 settembre 2015, con 6 colpi di pistola sparati da un’auto in corsa. Assassinio per il quale Nunzio Annunziata è già alla sbarra, ma in un separato giudizio in corso presso il tribunale di Napoli. Dalle presunte allusioni del giudice nasce una vibrante discussione con la difesa. Da qui, infine, la volontà dell’avvocato di far mettere a verbale la propria volontà di ricusarlo.      

I FATTI. Tutto inizia il 22 marzo, quando la relazione tra Enza e Nunzio si interrompe. L’uomo comincia a tormentare la sua ex. La tempesta di messaggi, la segue di continuo. Vincenza inizia a muoversi sotto scorta dei familiari, cambia le sue abitudini, crea un falso profilo Facebook per paura di venire rintracciata dallo stalker. La Procura di Nola chiede gli arresti domiciliari per Annunziata. Mentre l’istanza è al vaglio dei magistrati, lo stalking continua: per altre tre volte, l’ultima il 24 giugno. Il 9 luglio, Annunziata finisce in manette. Il gip descrive l’uomo come “del tutto incapace di gestire in modo civile e ragionevole i propri rapporti” con la ex.

LA SCARCERAZIONE. Il 23 luglio 2015, l’ottava sezione penale del Tribunale del Riesame sostituisce gli arresti domiciliari con il divieto di avvicinamento a tutti i luoghi abitualmente frequentati dalla vittima. “Non si può ritenere – scriveranno in quella circostanza i giudici - che, dagli atti sin qui acquisiti, emerga una personalità così allarmante e incontrollabile dell’indagato da far ritenere del tutto inimmaginabile un suo comportamento collaborativo”. Ma un mese e mezzo più tardi, è il 14 settembre, la follia omicida di Nunzio Annunziata si abbatte sulla povera Enza. Dopo l’omicidio, quando viene nuovamente arrestato, in caserma mormora: “Con 800 euro abbiamo risolto tutto”. Il killer così confessa il prezzo della pistola utilizzata per uccidere. 

 

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