La notte del 27 maggio dell'anno scorso, quando già aveva accoltellato Giulia e si trovava sotto casa dell'altra donna in attesa che tornasse dal lavoro, è risultato stesse guardando i risultati delle partite di calcio, in particolare Atalanta-Inter. Questi gli agghiaccianti sviluppi sull'omicidio di Giulia Tramonanto, massacrata con 37 coltellate al settimo di mese di gravidanza.

"Veleno mortale fatto in casa", "cloroformio", "ammoniaca feto", "veleno per topi". Le parole cercate sul web da Alessandro Impagnatiello, il barman a processo per aver ucciso un anno fa Giulia Tramontano, la sua fidanzata incinta al settimo mese di gravidanza, ripetute da un investigatore chiamato a deporre oggi in aula. Il comandante della squadra omicidi dei carabinieri di Milano, Giulio Buttarelli, sentito prima dell'interrogatorio dell'imputato, ha illustrato l'esito delle analisi sui telefoni e gli altri dispositivi, come un tablet, di Giulia e Impagnatiello. E da parte dell'uomo sono emerse ricerche, già nel dicembre 2022, che confermano come fin da subito, dopo aver scoperto dell'arrivo del bimbo, avesse preparato l'omicidio. Ha inoltre ricordato i messaggi che Giulia e la giovane donna con cui l'uomo aveva una relazione parallela si sono scambiate poco prima dell'omicidio.

Ma nuovi particolari agghiaccianti emergono nel corso del processo ed è proprio il killer a rivelarli. "Sono andato a pranzo da mia mamma con l'auto, a bordo c'era il corpo di Giulia". Lo ha detto Alessandro Impagnatiello, raccontando in aula l'episodio del 30 maggio del 2023, tre giorni dopo l'omicidio di Giulia, prima che lasciasse il cadavere dietro ad alcuni box a poche centinaia di metri dalla loro abitazione a Senago, nel Milanese. Raccontato i dettagli dell'omicidio della fidanzata Giulia Tramontano, l'ex barman ha risposto "assolutamente no" quando gli è stato chiesto dal pm Alessia Menegazzo se qualcuno lo abbia aiutato ad uccidere la 29enne o a nascondere il cadavere. Impagnatiello ha però ammesso di aver tentato di sviare le indagini: "I messaggi che mandavo a Giulia erano lettere di addio, era quella parte di me che non credeva a ciò che era successo. Una parte di me che contrastava con quella che aveva agito senza controllo quella sera". Raccontando dei due tentativi di dare fuoco al corpo della fidanzata, Impagnatiello ha detto che voleva "renderla cenere".

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