“Salvatore non ha più alcuna protezione, ha smesso di parlare in italiano e non ha continuato gli studi. I figli di Matilde Sorrentino, non solo hanno perso la madre, ma anche l’infanzia e l’adolescenza”.

Una sorte non molto diversa dal fratello Giuseppe. La loro fiducia nello Stato non è stata ripagata fino in fondo. Istituzioni e associazioni che in ritardo hanno ricordato il dolore e la sofferenza patite dalla famiglia di Matilde Sorrentino. E l’infanzia tolta con violenza ai figli di Mamma Coraggio. C’è tutto questo nei discorsi di Elena Coccia e Mariagiorgia De Gennaro, che oggi in aula hanno ricordato il massacro di Matilde.

Uccisa senza pietà con quattro colpi di pistola in faccia, per aver osato abbattere quel muro di omertà che nascondeva gli orrori del Rione Poverelli di Torre Annunziata e compiere un atto rivoluzionario. Denunciare chi aveva tolto per sempre la spensieratezza e la serenità ai bambini della scuola del quartiere.

“Un’organizzazione perfetta – ha ricordato l’avvocato Elena Coccia – che ha permesso a quegli uomini di entrare nella scuola, portare fuori i bambini, stuprarli e poi di organizzare quelle forme di aggressione ad avvocati, giudici, al tribunale. Non era cosa da persone qualsiasi. C’era molto altro dietro e sono stupita che è stato capito troppo tardi”.

Il pensiero dell’avvocato è rivolto alle istituzioni locali e alle associazioni del territorio. Negli ultimi mesi l’avvocato dei figli di Mamma Coraggio ne ha più volte denunciato l’assenza: “E’ stato un peccato, perché a quei bambini fu tolto tutto. Salvatore da quando ha iniziato a vivere sotto protezione ha smesso di parlare in italiano, come se il dialetto fosse quell’unico filo sottile che lo collegava alla sua terra. Non ha potuto continuare studi, non ha potuto vedere una partita di calcio, non ha potuto coltivare affetti. Un’infanzia e un’adolescenza negata che non gli verrà mai più restituita”.

Nella prossima udienza a parlare saranno gli avvocati di Francesco Tamarisco. Il pm Pierpaolo Filippelli ha chiesto per il boss la condanna all’ergastolo.

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