TORRE ANNUNZIATA. Omicidio Ettore Merlino: la Corte d’Appello Minorile conferma le condanne inflitte in primo grado ai baby-boss del clan Gionta, Salvatore Paduano e Carmine Maresca. Entrambi, all’epoca dei fatti under 18, secondo i giudici concorsero a pianificare l’agguato di Merlino, affiliato ai rivali degli Ascione-Papale, attirato in una trappola a Palazzo Fienga e poi crivellato di colpi in via Nazionale, al confine tra Torre Annunziata e Torre del Greco. Era il 24 maggio 2007. La brutale esecuzione venne in pratica decisa a tavolino, per un favore richiesto dai Birra di Ercolano agli ‘amici’ torresi del clan Gionta.

I DUE IMPUTATI-LA SENTENZA. Condanne in abbreviato a 14 anni di reclusione per Carmine Maresca, il killer del tenente dei carabinieri Marco Pittoni, ammazzato nel 2008 alle Poste di Pagani durante un tentativo di rapina. Per questo delitto, Maresca sta già scontando in carcere una precedente condanna a 16 anni e 8 mesi.

E’ di 12 anni, invece, la pena confermata in toto dai giudici per Sasà Paduano, figlio del ras ergastolano Ciro e latitante fino al mese di novembre del 2012. Paduano, così come Maresca ora detenuto, ma presso il carcere di massima sicurezza di Arghillà (Reggio Calabria), fu acciuffato ad Angri. Al momento dell’arresto, fuggiva da 3 anni. Secondo gli investigatori, a soli 21 anni, Paduano era il baby-reggente del clan Gionta.

L’ex primula rossa terminò la propria ‘escalation’ criminale nascosto all’interno di un bunker in una zona solitaria, a ridosso della rotonda che apre sulla strada per il valico di Chiunzi. Dopo l’ultima condanna per l’omicidio Merlino, figlia inoltre di un doppio processo di primo grado, ripartito da zero a causa di un mero vizio procedurale, i difensori di Maresca e Paduano preannunciano ricorso alla Cassazione.

L’OMICIDIO. Ettore Merlino fu attirato in una trappola nel covo del clan Gionta. I boss lo indicarono ai sicari, quindi diedero l’ordine di massacrarlo una volta uscito dal portone. Una sentenza di morte emessa per un favore chiesto dal clan Birra agli alleati di via Bertone. Merlino venne convocato a Palazzo Fienga con la scusa di un affare di cocaina. Uscito dal fortino di camorra, per tornarsene in scooter a Torre del Greco, il pregiudicato fu colpito da una raffica di colpi in via Nazionale. Ettore Merlino, il ‘nemico’ degli Ascione-Papale, cadde morto al centro della carreggiata.

I FILMATI. Il delitto fu organizzato dal clan Gionta sotto gli ‘occhi’ delle telecamere. Telecamere piazzate dalla cosca all’interno del suo covo. Le prove della trappola sono tutte in quei filmati, sequestrati nel 2012 dai carabinieri. Invece di gettare l’hard disk con immagini criptate, il clan decise infatti di conservare la scena a futura memoria. Sul ballatoio di Palazzo Fienga, Merlino è accolto con baci e strette di mano. Mentre viene portato in un appartamento, come si fa con un amico, due affiliati dei Birra di Ercolano vengono fatti uscire dalla casa di Gemma Donnarumma, moglie del boss Valentino Gionta. 

GLI ALTRI. Per lo stesso agguato, il 27 novembre 2015, vennero già condannati in via definitiva all'ergastolo Pasquale Gionta o’ chiatto, la vera ‘mente’ dell’omicidio consumatosi in via Nazionale. Fine pena mai, oltre che per il fratello di Aldo il boss poeta, anche per Umberto Onda, Eduardo Venerando, Gennaro Longobardi, Giuseppe Coppola, Liberato Guarro, Gioacchino Sperandeo, per il pentito di camorra Michele Palumbo e per i due esecutori materiali del delitto: Alfonso Agnello e Amedeo Raia.

 

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