Omicidio Morione, killer a processo: il fratello di Antonio sul banco dei testimoni
Quattro rapinatori alla sbarra. Ennesima udienza in Corte d'Assise
10-12-2024 | di Redazione
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Il fratello di Antonio Morione sul banco dei testimoni. Tocca a Giovanni ricostruire i fatti drammatici di quell'Antivigilia di sangue del 2021. Nella Corte d'Assise di Napoli ennesima udienza contro il commando di morte che ha ucciso il pescivendolo 41enne e distrutto una famiglia intera. Davanti al Presidente Concetta Cristiano Giuseppe Vangone, Angelo Palumbo, Francesco Acunzo e Luigi Di Napoli, collegato in videoconferenza. Tutti e quattro a rischio ergastolo.
Tra i testi ascoltati dal Pubblico Ministero c'è Giovanni Morione. Anche lui è un commerciante e gestisce la pescheria 'Rosa dei Venti' a Boscoreale, attività a pochi passi da quella di Antonio. In quel giorno di sangue, in cui avrebbe perso suo fratello per sempre, i rapinatori fecero irruzione prima nel suo negozio. Un'azione rapida che si consumò in una manciata di secondi. In base alla ricostruzione dell'Accusa uno degli uomini del commando, identificabile probabilmente in Giuseppe Vangone, avrebbe strattonato violentemente il titolare e sferrato un pugno a Giovanni Solimeno, dipendente della pescheria.
Nel corso del raid alla Rosa dei Venti, che avrebbe fruttato alla banda 10mila euro, ci fu un tentativo da parte del titolare di reagire alla rapina. Un'iniziativa bloccata da un colpo di pistola esploso da Luigi Di Napoli, appostato all'esterno dell'attività. Un colpo sparato ad altezza uomo che solo per puro caso non ha provocato feriti. Al centro della prossima udienza un'intercettazione ambientale tra Giovanni Morione e Giovanni Solimeno. Nel corso della conversazione spunta il nome di Di Napoli, che pur avendo il volto travisato, sarebbe stato riconosciuto dagli occhi. Il dipendente della pescheria sarà ascoltato proprio su questo passaggio. Al banco dei testimoni anche Giorgia Cancellieri, moglie di Giovanni e cognata di Antonio. Tra le due famiglie non corre buon sangue e i rapporti erano già fortemente compromessi prima della morte di Antonio.
Nella prossima udienza potrebbe riservare un ulteriore colpo di scena. Nominato tra i testi di Polizia Giudiziaria il medico legale che si occupò di effettuare l'autopsia sul corpo di Antonio. Una testimonianza chiave che potrebbe essere determinante per chiarire le zone d'ombra di uno degli omicidi più efferati dell'area vesuviana.
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