Don Ciro Cozzolino accende insieme ai familiari di Morione il cero della verità e della giustizia. Si è svolta ieri alla SS. Trinità la messa in suffragio di Antonio Morione, il commerciante barbaramente ucciso la sera del 23 dicembre per avere difeso la sua famiglia e la sua attività da alcuni rapinatori. Il referente di Libera, durante l’omelia, ha esortato lo Stato a fare giustizia e a impegnarsi per dare un nome e un volto agli assassini. “Lo stato perde autorevolezza nel non scoprire i mandanti, gli esecutori - ha affermato Don Ciro - “Antonio è stato ucciso, è vero. Evitiamo che possa essere nuovamente ucciso se noi non ci impegniamo per la giustizia.”

Un monito lanciato anche alla popolazione, affinché non dimentichi le morti di Morione, di Cerrato, e di tutte le vittime innocenti della criminalità. Don Ciro ha esortato i cittadini a restare uniti e a lottare per la verità. “Il fatto che è avvenuto riguarda tutti noi e tutti insieme siamo chiamati a riconoscere e a sapere quella che è la verità, e la verità presuppone la giustizia.” Ha chiarito con fermezza ai presenti. Dopo la celebrazione della messa e il saluto alla famiglia Morione, Don Ciro ha espresso nuovamente il suo rammarico per le indagini non ancora concluse. “A tre mesi dall’assassinio di Antonio Morione, la dinamica dell’omicidio resta ancora ignota, un fatto chiaramente grave, che pesa sulla coscienza della città”. Queste sono state le parole conclusive del parroco a cui ha fatto seguito ancora un ultimo messaggio, stavolta di speranza. “Per alcune persone questi gesti, questa violenza, diventano un campanello di allarme in grado di risvegliare le menti dal torpore".

a cura di Rosanna Salvi
 

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