"Personalità criminale e peculiare spessore delinquenziale. Giuseppe Vangone soggetto pericoloso, avrebbe potuto tentare la fuga per sfuggire all'arresto". Nelle intercettazioni ambientali sono i familiari a suggerire al ras di allontanarsi. A conferma della tesi degli investigatori sul pericolo di fuga i continui controlli della Polizia Giudiziaria effettuati nei luoghi che solitamente frequentava. A partire dal 2019 è stato più volte fermato e controllato. Quest'anno, nonostante fosse stato segnalato alle pattuglie del territorio, non risulta nessun controllo. 

L'intenzione che Vangone volesse rendersi irreperibile è provata anche dalle telecamere installate in via Sepolcri, che proprio negli ultimi mesi non l'hanno più ripreso né entrare né uscire. Eppure, anche in questo caso, era un luogo che frequentava abitualmente. Inoltre, a convincere gli inquirenti del pericolo di fuga, si aggiunge l'ennesima intercettazione ambientale. In una conversazione captata ad ottobre un amico rivela ai familiari di avere notato una pattuglia dei Carabinieri a Boscotrecase, presumibilmente proprio nei pressi del nascondiglio di Vangone. Durante la conversazione emerge che l'uomo non può avvertire Vangone perchè se lo avesse fatto, avrebbe condotto i militari direttamente nel suo covo. 

Grazie alle attività d'indagine dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata sono stati raccolti ulteriori indizi di colpevolezza a carico del ras. Elementi probatori rilevanti che hanno indotto la Procura Oplontina ad adottare il provvedimento di fermo. Giovedì scorso i militari hanno perquisito la sua abitazione e scovato armi e droga, pertanto è scattato l'arresto in flagranza di reato per detenzione illegale di armi e di sostanze stupefacenti. Vangone attualmente è nel carcere di Poggioreale e si è avvalso della facoltà di non rispondere. 

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