Omicidio Nicholas Di Martino, al via il processo ai baby killer
Rinviati a giudizio Ciro Di Lauro e Maurizio Apicella: i nipoti del boss ergastolano Nicola 'o fuoco hanno scelto il rito abbreviato
23-03-2021 | di Marco De Rosa
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Un minorenne ucciso con una coltellata, il cugino ferito gravemente e un raid punitivo fallito a distanza di un’ora. Partito il processo ai killer di Nicholas Di Martino, il 17enne assassinato il 15 maggio scorso in via Vittorio Veneto a Gragnano. Oggi, dinanti al Gup di Napoli Maria Luisa Miranda si è celebrata la prima udienza. Gli imputati, difesi da un pool di avvocati (Giuliano Sorrentino e Carlo Taormina per Apicella, Francesco Romano per Di Lauro) dovranno difendersi dalla pesante accusa di omicidio e tentato omicidio, aggravato da finalità mafiose.
Una scia di sangue e morte inserita in una lite tra bande per il controllo delle piazze di spaccio a Gragnano. In cella da mesi, sul capo di Maurizio Apicella, 20 anni e figlio del ras Rossano l'accusa più grave. Dietro le sbarre anche il suo compagno di quella notte Ciro di Lauro, 21 anni. Furono loro, come hanno anche ammesso, a ferire a morte il nipote del boss ergastolano Nicola Carfora e il cugino, Carlo Langellotti, che era con lui nella notte tra il 24 e 25 maggio scorso.
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L’episodio innescò anche una vendetta a distanza di poche ore dal primo agguato. Mentre Nicholas moriva al pronto soccorso dell’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia, i cugini Antonio e Giovanni Carfora (difesi dall’avvocato Antonio De Martino), accompagnati da Raffaele Iovine e Giovanni Ammendola (difesi dagli avvocati Raffaele Chiummariello e Alfonso Piscino), partirono alla volta di Gragnano decisi, secondo la ricostruzione fornita dagli inquirenti, a vendicare la morte del ragazzo. Ferirono lievemente Salvatore Pennino, un amico di Apicella e Di Lauro, con i quali era solito accompagnarsi. I 4 sono stati ammessi al rito abbreviato, fissato al prossimo 26 maggio.
Il dibattimento vero e proprio, invece, prenderà il via il 5 maggio, dinanzi ai giudici della seconda sezione della Corte d’Assise di Napoli. Costituite anche le parti civili, rappresentate dagli avvocati Chiummariello e Attanasio.
Una lite finita male, senza l'intenzione di uccidere hanno detto più volte Apicella e Di Lauro. Nel tentativo di difendersi hanno chiesto perdono ai parenti di Nicholas. Non ci hanno mai creduto i familiari del ragazzo, che hanno raccontato agli inquirenti di minacce e tensioni prima dell'incontro. Del resto dalle immagini della videosorveglianza si vede Nicholas che prova a fuggire e viene raggiunto da Apicella che lo ferisce alla gamba. Una notte di cui risponderanno al processo in Corte d'Assise con il rischio di essere condannati al carcere a vita.
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