Omicidio Nicholas. Il comune dimentica il processo: nessuno difende la città
L’amministrazione di Gragnano non si è costituita parte civile: oggi in corte d’Assise la prima udienza
05-05-2021 | di Marco De Rosa
VERSIONE ACCESSIBILE DELL'ARTICOLO
Imputati i ragazzi che hanno scagliato 7 coltellate contro due persone, una della quali ci ha rimesso la vita. Si tratta di Nicholas Di Martino, il 17enne morto il 25 maggio 2020 a Gragnano. Alla sbarra due giovani di poco più grandi di lui, Maurizio Apicella e Ciro Di Lauro.
Ma al processo, iniziato questa mattina in Corte d’Assise, il comune non si è costituito parte civile. Nessuno si è presentato in aula per chiedere che anche il comune di Gragnano faccia parte del processo.
Gragnano. Vendetta di fuoco per la morte di Nicholas: condanna bis per i fratelli Carfora
Sei mesi in meno di carcere per il commando che provò a farsi giustizia da solo: la sentenza
In aula stamattina sono state accolte tutte le documentazioni che verranno discusse nell’istruttoria dibattimentale. Autopsia, perizie, cartelle cliniche, intercettazioni telefoniche e ambientali, perfino sentenze legate ai clan del territorio.
Nella prossima udienza, fissata al 26 maggio (per la stessa data si celebrerà il rito abbreviato nei confronti dei fratelli Antonio e Giovanni Carfora, figli del boss Nicola “’o fuoco”, Raffaele Iovine e Giovanni Amendola) verrà incaricato il perito Teresa Verde per la trascrizione delle intercettazioni.
Un passaggio chiave del processo che si avvarrà delle discussioni avute in carcere con i killer e perfino nei corridoi dell’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia. Da quelle intercettazioni il pm Cimmarotta proverà a inchiodare i presunti assassini alle loro responsabilità.
Sondaggio
Risultati
Puoi ricevere le notizie de loStrillone.tv direttamente su Whats App. Memorizza il numero 334.919.32.78 e inviaci il messaggio "OK Notizie"