Ercolano Tre ergastoli, più 120 anni di carcere in totale per altri quatto imputati. Sono queste le durissime condanne inflitte ieri dal gip Amelia Primavera, su richiesta del pm della Dda di Napoli Pierpaolo Filippelli, e che chiudono il processo per l'omicidio di Antonio Papale, fratello del boss Mario, alleato della famiglia Ascione, ammazzato il 10 febbraio 2007 in corso Resina ad Ercolano (lo stesso giorno in cui, al bar ‘Maemi’ di Terzigno, venivano invece trucidati i fratelli Marco e Maurizio Manzo, di 39 e 32 anni, attirati in una trappola ed esponenti sempre degli ‘Ascione-Papale’).

'Fine pena mai' per Michele Chierchia ‘Fransuà’ (in foto), braccio destro del clan Gionta di Torre Annunziata e arrestato nel 2010 dopo due anni di latitanza tra la Toscana e il basso Lazio, per il killer Francesco Zavota e per l'altro mandante Stefano Zeno, ex reggente dei Birra. Un delitto, quello di Antonio Papale, deciso in pratica da tre diversi clan del vesuviano: un rapporto di stretta alleanza militare, suggellato dallo scambio di armi e killer, tra i Birra, i Gionta, i Chierchia e i Lo Russo.

Condannati a 30 anni di galera gli altri imputati rei confessi a processo: Vincenzo Bonavolta dei Lo Russo, per l’Antimafia tra gli esecutori materiali dell’agguato teso ad Antonio Papale, Pasquale Perfetto, Ciro Uliano e Francesco Ruggiero, affiliati questi ai Birra.

Diciotto anni per tentato omicidio infine a un altro uomo degli ‘Ascione-Papale’: Michele De Crescenzo, che quel giorno sparò contro Francesco Raimo, Lorenzo Fioto, Francesco Ruggiero ed Agostino Scarrone. I quattro viaggiavano su corso Resina a bordo di una ‘Panda’ blindata.

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