Partecipò all’omicidio del rivale di camorra Antonio Papale nel 2007. Secondo la corte d’assise d’appello di Napoli, Anna Esposito, 44 anni di Ercolano, merita la condanna per l’assassinio dell’elemento di spicco del clan Ascione – Papale.

La donna, già nota alle forze dell’Ordine, ritenuta affiliata al clan camorristico dei Birra, è stata tratta in arresto a Cercola in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dal Gip di Napoli.

Anna Esposito, operante nel controllo degli affari in città per conto del clan, il 10 febbraio 2007, in concorso con il reggente Antonio Birra ed altri sodali, tutti condannati con sentenza della corte d’assise d’appello di Napoli, aveva partecipato all’omicidio di Antonio Papale, fratello del boss Mario e appartenente al clan rivale, avvenuto in corso Resina ad Ercolano. Nello stesso giorno, al bar “Maemi” di Terzigno venivano invece trucidati i fratelli Marco e Maurizio Manzo, di 39 e 32 anni, attirati in una trappola ed esponenti sempre degli “Ascione – Papale”.

Nella sentenza di primo grado furono inflitti tre ergastoli, più 120 anni di carcere in totale per altri quattro imputati. “Fine pena mai” per Michele Chierchia, detto “Fransuà”, braccio destro del clan Gionta di Torre Annunziata e arrestato nel 2010 dopo due anni di latitanza tra la Toscana e il basso Lazio, per il killer Francesco Zavota e per l'altro mandante Stefano Zeno, ex reggente dei Birra. Un delitto, quello di Antonio Papale, deciso in pratica da tre diversi clan del vesuviano: un rapporto di stretta alleanza militare, suggellato dallo scambio di armi e killer, tra i Birra, i Gionta, i Chierchia e i Lo Russo.

In primo grado furono condannati a 30 anni di galera gli altri imputati rei confessi a processo: Vincenzo Bonavolta dei Lo Russo, per l’Antimafia tra gli esecutori materiali dell’agguato teso ad Antonio Papale, Pasquale Perfetto, Ciro Uliano e Francesco Ruggiero, affiliati questi ai Birra.

Diciotto anni per tentato omicidio infine a un altro uomo degli “Ascione – Papale”: Michele De Crescenzo, che quel giorno sparò contro Francesco Raimo, Lorenzo Fioto, Francesco Ruggiero ed Agostino Scarrone. I quattro viaggiavano su corso Resina a bordo di una “Panda” blindata.

Anna Esposito avrebbe partecipato alle fasi esecutive dell’omicidio Papale, individuando la vittima e fornendo la “battuta” al killer.

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