TORRE ANNUNZATA. Omicidio Scarpa, assolto Aldo Gionta. Il “boss-poeta” 43enne di Torre Annunziata, tuttora ristretto al carcere duro ad Opera, secondo l’Antimafia era il mandante dell’agguato per vendetta contro Natale Scarpa, il 73enne ras rivale del clan Gallo-Cavalieri, ucciso il 14 agosto 2006 all’esterno dello stadio “Giraud” con diversi colpi di pistola calibro lugher 9x21 (vedi link correlato).

Per il gup del Tribunale di Napoli, Paola Piccirillo, le prove a carico del “boss-poeta” erano scarse: comprese le dichiarazioni di Michele Palumbo “monnezza” e Vincenzo Raimo “o’ castellone”, gli ultimi due pentiti a rivelare agli inquirenti il presunto piano ordito da Aldo Gionta per far fuori l’anziano luogotenente del clan rivale, padre del boss Vincenzo “caramella”. “E’ fallito l’estremo tentativo della Dda di Napoli di incastrare definitivamente Aldo Gionta”, il commento a caldo dell’avvocato del ras di via Bertone, Giovanni Tortora, co-difensore del “boss-poeta” con il legale Nicolas Balzano. Il pm Antimafia, Claudio Siragusa, aveva chiesto la condanna all’ergastolo di Aldo Gionta, nonostante la scelta del rito abbreviato a processo. Il “boss-poeta” sta scontando nei pressi di Milano al “41-bis” diverse condanne definitive, anche per omicidio. Ma in nessun caso, nemmeno stavolta, è stato condannato all’ergastolo per meri fatti di sangue.

LA SENTENZA. Assolto insieme ad Aldo Gionta anche Giovanni Iapicca, accusato di aver fornito ai killer la moto e le due pistole usate per uccidere “zì Natalino”. Iapicca era già stato colpito - per la stessa vicenda – da una prima ordinanza per omicidio volontario poi annullata dal Tribunale del Riesame. Il giudice ha condannato invece all’ergastolo Giuseppe Coppola, che per l’inchiesta-bis sull’omicidio fece al clan la cosiddetta “battuta”, segnalando ai cecchini dove fosse di preciso Natale Scarpa, poco dopo le ore 16 del 14 agosto 2006. A sparare, secondo le indagini, furono Luigi Maresca "o' trippone" (che a processo ha scelto il rito ordinario) e Francesco Amoruso, alias "a' vecchiarella", morto un anno fa in carcere e padre di Gaetano, l’ultimo erede naturale della cosca di via Bertone, finito in manette lo scorso 30 novembre per associazione di stampo mafioso. Otto anni di reclusione a testa, infine, le condanne ricevute dai collaboratori di giustizia del clan Gionta Vincenzo Saurro (dissociatosi nel 2006) ed Aniello Nasto.

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