Omicidio Tramontano, Giulia uccisa con 37 coltellate: 'Assassino senza nessun senso di colpa'
Massacrata al settimo mese di gravidanza, la madre: 'Ora giustizia e pena esemplare'
21-10-2024 | di Redazione
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I periti parlano di una "rabbia fredda" al momento del delitto e di una "esigenza interna" di "controllo", come se fosse "un bisogno che non ammette interferenze". E, poi, dell'assenza totale di senso di colpa. Alessandro Impagnatiello, a processo per l'omicidio della fidanzata Giulia Tramontano, incinta al settimo mese, non ha "alcun disturbo" della personalità, ma presenta "tratti narcisistici e psicopatici". Lo psichiatra forense Pietro Ciliberti e il medico legale Gabriele Rocca, incaricati dalla Corte d'Assise di Milano di eseguire la perizia psichiatrica sull'ex barman, sono stati sentiti oggi in aula in merito alla loro relazione finale secondo la quale, come già emerso nei giorni scorsi, il 31enne era pienamente capace di intendere e di volere quando uccise la compagna, 29 anni, con 37 coltellate nella loro abitazione a Senago, nel Milanese.
I difensori, Giulia Geradini e Samantha Barbaglia, tramite i propri consulenti avevano evidenziato un disturbo della personalità di tipo "paranoide", smontato, però, dai periti nominati dai giudici, in quanto "incompatibile con la vita sociale che Impagnatiello ha raccontato"". Per gli specialisti, infatti, "in un soggetto paranoide sarebbe anche difficile immaginare di gestire una doppia relazione". Allo stesso modo, hanno spiegato gli esperti, non si può parlare di un disturbo narcisistico, ma soltanto di "tratti". Un reato "è un evento di vita - ha detto Rocca - e noi dobbiamo analizzare se questo reato si contestualizza in una personalità disfunzionale. Qui non è così - ha precisato -. Dire che una cosa del genere la può fare soltanto una persona disturbata è un archetipo che va necessariamente superato".
Analizzando l'imputato, i professionisti hanno individuato un'assenza di "senso di colpa e di rimorso", oltre che una "scarsa risonanza emotiva" e una "emotività vissuta in modo freddo". Anche la "rabbia" che il 27 maggio del 2023 lo portò a uccidere la fidanzata - dopo che lei e la donna con cui Impagnatiello aveva una relazione parallela si erano incontrate e confrontate - è stata definita dai periti "fredda". Un sentimento emerso "improvvisamente e come atto finale", legato al "controllo" e al "senso di sconfitta". Nel corso dei colloqui con i periti, Impagnatiello aveva raccontato le fasi successive all'omicidio con il suo tentativo di "cancellare tutto, come se far sparire una persona fosse come buttare una caramella". Un'espressione che gli esperti hanno inserito in un contesto di "diversi shock" superati tutti "abbastanza facilmente". E che è stata ricordata anche dalla madre della vittima, Loredana Femiano, in un post su Instagram condiviso questa mattina. "Si ricomincia Giulia, si parlerà di te, di voi, di chi voleva gettarti come una caramella. Ma tu per noi sei stata e sempre sarai la nostra 'Immensamente Giulia'". E ancora: "In tutto questo orrore ora è tempo che sia fatta giustizia e la giustizia in questi casi è una pena esemplare".
L'11 novembre è prevista la requisitoria dell'aggiunta Letizia Mannella e della pm Alessia Menegazzo, oltre che la discussione del legale di parte civile, l'avvocato Giovanni Cacciapuoti, e l'arringa dei difensori del 31enne, che rischia l'ergastolo. La sentenza potrebbe arrivare già nella prossima udienza o al massimo in quella fissata per il 25 novembre, che peraltro è la giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
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