Omicidio Veropalumbo. La vedova Carmela: "Peppe non è un eroe ma un martire di camorra"
La famiglia contro la decisione di archiviare le indagini: " Dopo 13 anni ancora non c'è giustizia"
17-10-2020 | di Redazione
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"La colpa di Peppe? Nessuna! Perché a volte, più spesso di quanto si immagini, si viene ammazzati così, senza un vero motivo. A distanza di quasi 13 anni, Giuseppe Veropalumbo non ha ancora avuto giustizia."
E' una parte dello sfogo affidato a Facebook da parte di Carmela Sermino, vedova di Giuseppe Veropalumbo, ammazzato a Torre Annunziata la notte di capodanno di 13 anni fà. Uno sfogo che fa seguito all'archiviazione dell'inchiesta sull'omocidio da parte del tribunale dei minori di Napoli su mandati ed esecutori di quell'omicidio.
Per Carmela Sermino mancano i presupposti giuridici per l'archiviazione, vistoche cisono testimoni e pentiti che hanno fatto nomi e cognomi.
Ma il tribunale dei minori non è dello stesso avviso, secondo il legale di Carmela, " I giudici a seguito delle indagini non hanno trovato elementi per il rinvio a giudizio ma stiamo vagliando le carte e lo spazio per presentare un ricorso contro l'archiviazione".
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Lo sfogo
"Magari si sta passeggiando in una strada che salta in aria - continua Carmela - oppure si sta svolgendo il proprio lavoro in maniera troppo ligia o, addirittura, semplicemente si somiglia a qualcun altro o trascorrendo a tavola un cenone di Capodanno assieme alla sua famiglia come è capitato a Peppe.
A distanza di quasi 13 anni, Giuseppe Veropalumbo non ha ancora avuto giustizia. Il tribunale dei Minori di Napoli, infatti, nonostante diverse testimonianze e le dichiarazioni di alcuni pentiti, ha disposto l’archiviazione delle indagini. Credo sia assurdo poiché ci sono i presupposti per averla. Ci sono nomi cognomi testimoni. Archiviare l’indagine, vuol dire archiviare la storia di un ragazzo di 30 anni vittima innocente di Camorra ed archiviare il nostro impegno.
Peppe non è un eroe, ma un martire di Camorra. Ci sono tante altre persone, come magistrati o giornalisti, che hanno deciso di combattere il fenomeno e quelli sono eroi. Il rammarico, è che questi non sapevano che i carnefici, in alcuni casi, si nascondevano dalla loro parte”. Continuerò con tutte le mie forze rimaste ad andare avanti e dare un senso a tutto quello, alla sua vita. Finché parleremo di lui, della sua storia, allora Peppe non sarà morto invano".
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