Operazione Joker: indagate 6 persone per truffa, clonavano slot machine
Mancati versamenti all’Erario per oltre 4 milioni di euro. Uno degli indagati trovato in possesso di marijuana
15-01-2020 | di Redazione
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Sei persone residenti nelle province di Napoli e Salerno sono state raggiunte dalla misura cautelare che impone il divieto di dimora per l'accusa di truffa ai danni dello Stato. Uno degli indagati, nel corso dell'esecuzione dei provvedimenti, è stato trovato in possesso di oltre 700 grammi di marijuana e di un bilancino di precisione e, per questo, è stato posto agli arresti domiciliari.
E’ il risultato dell’operazione “Joker”, eseguita dalla Guardia di Finanza di Salerno che ha scoperto slot machine modificate e prive di collegamento alla rete telematica. Gli apparecchi erano stati clonati al fine di evadere le imposte previste sui giochi da intrattenimento oltre che ingannare i giocatori, fruitori inconsapevoli di apparecchi "off-line".
Sequestrati 20 apparecchi "off line" con relativi nulla osta di messa in esercizio falsi, 65 apparecchi da intrattenimento con vincita in denaro manomessi, 236 schede da gioco e 61 nulla osta di messa in esercizio. Gli investigatori, inoltre, hanno accertato un mancato versamento del prelievo erariale unico per oltre 4 milioni di euro.
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Le indagini sono scaturite da un'attività di controllo effettuata dai finanzieri in un bar di Cava dei Tirreni dove erano installati apparecchi da intrattenimento con vincita in denaro, non collegati alla rete telematica dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Il mancato collegamento alla rete, infatti, preclude sia il calcolo del Prelievo Erariale Unico che i controlli sulla corretta gestione delle vincite da elargire ai giocatori.
Durante gli accertamenti effettuati dai finanzieri, la titolare dell'esercizio commerciale aveva spento attraverso un telecomando le slot machine detenute illegalmente nel retro bottega. Le successive indagini effettuate con attività d'intercettazione hanno consentito d'individuare due garage ubicati a Nocera Inferiore, adibiti a laboratorio. In questi locali, infatti, venivano manomesse le schede informatiche di slot machine dismesse, al fine di alterarne il funzionamento.
I finanzieri hanno scoperto anche che le macchine venivano installate presso diversi esercizi commerciali, nelle province di Napoli e Salerno, con la compiacenza dei gestori, che garantivano la propria disponibilità dietro compenso attinto dalle somme accumulate dalle macchine in accordo con i fornitori.
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