“Abbiamo anticipato duecentomila euro alla Oplonti Multiservizi S.p.a., su un totale di quasi un milione e trecentomila per la revisione dei prezzi maturata nel 2011 ed applicata all’anno 2012”. È una delle parti sulle quali il sindaco di Torre Annunziata, Giosuè Starita, si è soffermato durante la relazione ai consiglieri nella riunione della X commissione consiliare alla Trasparenza. Un’assemblea che ha avuto come unico tema quello del debito vantato dalla ex partecipata (49 per cento privata e 51 per cento pubblica) contro lo stesso Comune oplontino.

Il lungo excursus del primo cittadino, unico a parlare in commissione, ha attraversato 12 anni di una parte di storia torrese: dall’inizio alla fine della società di raccolta rifiuti urbani, dal bando del 2001 alla decisione di messa in liquidazione nel novembre del 2012. “Ricordo ancora che a quella riunione della pubblica assise (novembre 2012, ndr.) votarono tutti i presenti”, ha detto il primo cittadino, volendo togliere alibi a chi oggi avanza dubbi o solleva ombre.

IL FATTO. “Ad inizio 2013 la società ha trasmesso al Comune il dettaglio di credito che riteneva di avanzare: poco più di 4 milioni di euro – sentenzia Starita – Lette le carte, la risposta dei dirigenti dell’Ente ha ridimensionato quella pretesa”. Secondo i vertici dell’amministrazione, infatti, si trattava di un debito di 181 mila euro. Quindi le determine a firma di D’Alessio ed Ariano (1883 del 2015 e 265 del 2016) che in due rate pagano l’intero ammontare.

Ma il nodo resta legato intorno all’atto 163 del 2 luglio 2012, sottoscritto dall’Ufficio ‘Ciclo integrato dei rifiuti’. “Si attesta l’incremento del corrispettivo annuo con la revisione dei prezzi 2011”, si legge sulla determina dirigenziale. In buona sostanza, a fronte degli oltre 6 milioni e 700 mila euro pagati, gli uffici di via Schiti devono versare ancora 1 milione e 286 mila euro per l’adeguamento dei prezzi.

“I soldi – ha chiarito il sindaco – andranno alla Oplonti Multiservizi per colmare i debiti che ha accumulato. È giusto ricordare, però, che rispetto a questo, l’Ente ha risparmiato tantissimo in un decennio, partendo da un contratto di 4 milioni e 300 mila euro”. Cifra ben distante dai quasi 7 milioni pagati negli ultimi anni dal Comune alla ex partecipata. “Un incremento – ha concluso Starita – dovuto all’aumento dei prezzi, ma ben al di sotto dei vari adeguamenti che avrebbero dovuto spingere ad oltre i 9 milioni di euro”.

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