Com’era prevedibile siamo stati abbandonati a noi stessi, forse perché non abbiamo padrini politici”. È il commento amaro dei sindacalisti della Uil che lavorano all’ospedale di Boscotrecase che, a fine aprile, vedrà la chiusura dell’intera area materna-infantile. La notizia si vociferava già da tempo ma l’ufficializzazione si è avuta solo qualche giorno fa quando è arrivata sulla scrivania del direttore sanitario, Nicola Vitiello, una lettera a firma del commissario straordinario Costantini. Nella missiva si chiede di “ottemperare a quanto già disposto nella delibera 115 del 26 febbraio scorso”, ovvero: “Chiudere i reparti di ostetricia e ginecologia”.

“Il nostro nosocomio è una struttura nuova, non ancora ultimata ma facilmente raggiungibile dalla rete autostradale”, sostengono i 3 rappresentanti Mimmo Iapicca, Raimondo Izzo e Giovanni Savino che puntano il dito contro “l’Asl Napoli 3 Sud che ha preferito rafforzare i poli di Castellammare di Stabia e Nola. È evidente che il problema è a monte dove sono state compiute delle scelte politiche”.

LA RIORGANIZZAZIONE. Al Sant’Anna-Madonna della Neve resteranno 25 posti letto in chirurgia, 20 in ortopedia, 6 in anestesia e rianimazione, 16 in salute mentale. Aumentano, seppur di poco, solo in cardiologia da 14 a 18. Resta, però, l’enigma della Tac, inaugurata ma mai resa funzionale.

In realtà la rivoluzione in atto sul campo sanitario non è clemente neppure con la città delle acque. Se, da un lato, il San Leonardo vede aumentare del doppio i posti letto per nefrologia, da 16 a 32, ed a cardiologia passano da 18 a 26, può dire addio ad oculistica ed urologia. Intatti gli altri reparti: 25 a chirurgia, 20 ad ortopedia, 16 a neurologia, 16 a pneumologia, 8 anestesia e rianimazione e 8 otorinolaringoiatra.

A “beneficiare”, se così si può dire, di maggiori attenzioni è il Santa Maria della Pietà, l’azienda ospedaliera nolana. Da un lato non perde alcun reparto: restano intatti i posti letto per chirurgia (25), ortopedia (20), anestesia e rianimazione (8), oculistica (12), oncologia (16) e salute mentale (18). Dall’altro vede aumentare quelli a cardiologia, da 20 a 26, e dialisi, da 4 a 20.

È emblematico che da 5 mesi siamo senza direttore amministrativo. In pratica non possiamo comprare nemmeno un foglio di carta. Stiamo provando – concludono – ad avere un incontro con De Luca, la Costantino e Topo, presidente della quinta commissione regionale, per salvare il salvabile”.

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