Palazzo Fienga, chiuse indagini: in 78 a rischio processo
Tra i reati ipotizzati il “no allo sgombero”. Rinvio a giudizio vicino anche per i killer dei Gionta
28-01-2016 | di Salvatore Piro

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TORRE ANNUNZIATA. “Mancati lavori contro il pericolo di crollo di Palazzo Fienga” e “inosservanza dell’ultimo ordine di sgombero” del 2014 (il sesto emesso in 30 anni dal Comune di Torre Annunziata): questi i reati ipotizzati a vario titolo dai pm della Procura oplontina – Emilio Prisco e Sergio Raimondi – nei confronti dei 78 proprietari di case nell’ex fortino del clan Gionta. Ora tutti, dopo aver perso i loro appartamenti, rischiano pure il rinvio a giudizio.
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Un grande parco verde nell'ex roccaforte dei Gionta
Tra i 78 vicini al processo alcuni elementi di spicco del clan, come i killer scelti Giovanni Iapicca (alias “rangitiello”) e Liberato Guarro “Balduccio”. L’avviso di chiusura dell’inchiesta è giunto anche per Eduardo Venerando, Andrea Cirillo “o’ sciacallo” e Pasqualina Apuzzo, la suocera del “boss poeta” Aldo Gionta. Palazzo Fienga fu sgomberato con la spettacolare operazione delle forze dell’ordine all’alba del 15 gennaio 2015. Per la dda di Napoli e la Procura di Torre Annunziata, il covo di via Bertone era “incompatibile col soggiorno degli esseri umani”.
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