Summit in Prefettura sul destino di Palazzo Fienga, l'ex roccaforte del clan Gionta. Abbattere o riqualificare? Questa la domanda al centro dell'incontro ai vertici svoltosi questa mattina alla presenza della Commissione Straordinaria di Torre Annunziata. Al vaglio l'ipotesi di procedere con la demolizione e di creare all'interno un parcheggio con un'area verde a disposizione della comunità. L'idea è di utilizzare l'area per realizzare un parco urbano con una piazza vista mare. Un progetto sostenuto fortemente dai prefetti anti-camorra al timone dell'ente oplontino. "Abbattere è l'unica strada possibile. La città ha bisogno di spazi e creare all'interno una cittadella della legalità è a dir poco impossibile. Mancano gli standard urbanistici". 

Presenti all'incontro il Prefetto di Napoli Michele Di Bari, il Direttore dell'Agenzia Nazionale per i Beni Confiscati, il Direttore dell'Agenzia del Demanio di Napoli, i componenti della commissione straordinaria del Comune di Torre Annunziata, il Sovrintendente ai Beni Archeologici, belle arti e paesaggio dell'area metropolitana di Napoli e i vertici delle forze dell'ordine.

Sulla questione è intervenuta anche l'associazione La paranza delle idee: "È davvero utile fare di Palazzo Fienga un parcheggio? Sgomberato trionfalmente nel gennaio del 2015, da ormai nove anni Palazzo Fienga, già fortino del clan Gionta a Torre Annunziata, attende invano di essere riqualificato. Subito indicato come futura sede di uffici giudiziari, il complesso di 12.000 metri quadri è stato poi individuato come luogo di destinazione di uffici e di alloggi delle Forze dell’Ordine. Ipotesi, questa, su cui si è lavorato tanto ma che ora sembra essere definitivamente tramontata, data la recente notizia del raggiungimento dell’intesa per la demolizione dell’immobile e la trasformazione del sito in parcheggio".

"Il cambio di rotta è dovuto ai minori costi dell’abbattimento, alla carenza di parcheggi in Città, all’inopportunità di concentrare tutte le FF.OO. in una sola struttura e a un valore simbolico ritenuto più forte. Alcune considerazioni in merito sono doverose. Innanzitutto, uno Stato che rivede un progetto già ampiamente discusso a vari livelli negli ultimi anni rischia seriamente di perdere credibilità e di alimentare il racconto di chi maligna sull’origine dei tanti fondi stanziati per Caivano. D’altra parte, specie rammentando che la precedente progettualità prevedeva comunque la realizzazione di un parcheggio interrato e di un parco pubblico, si fatica a comprendere a pieno l’utilità di una grande area di sosta nel Quadrilatero delle Carceri, colmo di edifici fatiscenti e abbandonati, il cui recupero, per ammissione della stessa Commissione Straordinaria che regge il Comune oplontino, è di difficile attuazione. Viene da chiedersi, piuttosto, se esso non possa essere invece favorito dalla presenza in loco di un presidio delle FF.OO.

"Va ricordato, poi, che l’idea di trovare una nuova collocazione in particolar modo alla Polizia di Stato e ai Vigili Urbani era nata dalla più volte asserita inadeguatezza funzionale delle loro rispettive attuali sedi. Si può anche decidere di demolire Palazzo Fienga ma queste criticità restano e bisognerebbe chiarire quali soluzioni alternative si prospettano per esse".

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