Il giorno più temuto dalle 39 famiglie che occupano Palazzo Fienga è arrivato. E' oggi. Intorno alle 11, Carabinieri e Polizia irrompono nell'immobile di via Bertone 46, a Torre Annunziata, nel cuore del 'Quadrilatero Carceri', notificando ai proprietari ed agli occupanti delle abitazioni due diversi atti: distinti sì, ma che camminano parallelamente. L'ordine è però lo stesso: circa 150 persone (in prevalenza donne e bambini) dovranno lasciare le loro case il 14 gennaio, entro le 12, per trasferirsi chi nei box di via Tagliamonte, altri nella scuola di via Isonzo.

I PROVVEDIMENTI. Gli atti notificati oggi, come detto, sono due. Il primo è firmato direttamente dalla DDA di Napoli e dispone il sequestro preventivo e in via d'urgenza di Palazzo Fienga. Provvedimento emesso dai Sostituti Filippelli e Siragusa, nell'ambito della più ampia inchiesta conclusasi, a novembre, con l'arresto dell'ultimo dei Gionta ancora libero: Valentino jr.. Il secondo, invece, proviene dal Tribunale di Torre Annunziata. I Giudici ordinano stavolta lo sgombero anche di alcune case confinanti con Palazzo Fienga, in via D'Alagno e in via Castello. 

LA REAZIONE DELLA GENTE. Alla vista delle forze dell'ordine, gli occupanti di Palazzo Fienga non si scompongono, scendendo in strada per chiedere spiegazioni. In molti si rivolgono al coordinatore del Movimento Civico "Insieme per Torre", Luciano Donadio, da tempo impegnato al loro fianco per evitare lo sgombero. Anche Donadio deve però arrendersi alla realtà dei fatti ma, dopo un lungo colloquio avuto più tardi al Comune, con il sindaco Giosuè Starita, annuncia: "L'unica alternativa, adesso, è quella di impugnare entrambi i provvedimenti al Tribunale del Riesame di Napoli. Abbiamo solo dieci giorni per chiedere ai Giudici di rivedere gli atti. Speriamo nell'accoglimento del ricorso altrimenti - conclude insieme al suo legale di fiducia - 150 persone vivranno in un garage o in una scuola".    

 


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La protesta nella scuola