"Sulle tue fragili spalle, carissima Denyse, poggia un fardello pesantissimo''. Così don Maurizio Patriciello, parroco del Parco Verde a Caivano si rivolge, in una lettera aperta, alla figlia di Raffaele Cutolo, boss della Nuova camorra organizzata morto un anno fa, alla quale chiede anche di partecipare, il lunedì in Albis, all'incontro con Papa Francesco in piazza San Pietro, perché è un suo diritto ''ascoltare le parole del Santo Padre e ricevere la sua benedizione''.

Mentre in paese e sui media impazzano le polemiche sui manifesti per la celebrazione della messa in suffragio dell'anima definita 'benedetta' e sui contromanifesti fatti affiggere l'altro giorno dalle Iene, alcuni dei quali strappati da diversi cittadini che difendono Cutolo, don Maurizio Patriciello si mette invece nei panni della figlia 14enne del boss, invitandola, però, anche a mettersi nei panni ''di coloro cui la camorra ha rovinato l'intera esistenza, delle vedove, degli orfani''.

''Non ti sto chiedendo di rinunciare ai tuoi sentimenti filiali che ti fanno onore - ha scritto il parroco - sono tuoi, ti appartengono, fanno parte della tua vita. Devi però fare lo sforzo di studiare serenamente gli anni in cui ''O' Professore'' esercitava un potere camorristico impressionante. Sai, Denise, i ragazzi e le ragazze che in quegli anni avevano la tua età erano terrorizzati finanche di andare a scuola o uscire con gli amici''. 

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