Non è una polemica, ma se proprio dobbiamo risparmiare, facciamolo su altro. E’ questo in sintesi il pensiero di Vincenzo Setaro, storico patron del pastificio  più antico operante sul territorio di Torre Annunziata.

“E’ un procedimento che mi lascia perplesso, di certo non va fatto con la nostra pasta, ne pagherebbe la qualità” – cosi Vincenzo risponde alla proposta lanciata dal premio Nobel per la fisica Giorgio Parisi, cuocere la pasta a fuoco spento (o bassissimo) con il coperchio dopo aver portato l'acqua a ebollizione, per poter risparmiare gas: in tempi di caro bollette e crisi energetica.

“Possiamo risparmiare sul altro, senza perdere il piacere di un buon piatto di pasta” continua Setaro-  ad esempio scegliendo la filiera italiana, con semola italiana  e produzione locale, cosi si abbattono i costi di trasporto che tanto pesano sul costo del prodotto finale”.

La risposta di Vincenzo Setaro è dettata in primis dalla qualità, la semola utilizzata dal Pastificio Setaro e la trafilatura in bronzo, fanno della pasta Setaro un emblema di qualità e l’abbassamento della temperatura dell’acqua di ebollizione, porterebbe sicuramente ad una perdita della stessa ed ad un risultato alquanto colloso.

“Le regole sono poche e vanno seguite, cinque litri per ogni chilogrammo di pasta e la salatura va fatta alla seconda ebollizione, dopo aver calato la pasta”.

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