Pasticcio burocratico a Frattamaggiore, ragazza italiana senza cittadinanza per un errore del Comune
Presentata tramite avvocato un'istanza per richiedere il decreto di cittadinanza
22-09-2022 | di Redazione
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È rimasta due volte vittima incolpevole di un pasticcio burocratico, che prima le ha inaspettatamente e "arbitrariamente" assegnato la cittadinanza italiana, e poi dopo anni, altrettanto arbitrariamente e improvvisamente, gliel'ha tolta facendola piombare nella clandestinità. È la storia, che ha dell'incredibile, avvenuta al comune di Frattamaggiore (Napoli) e che ha coinvolto l'ormai 25enne Aicha Yigo, che dopo aver subito l'inefficienza della macchina burocratica, è passata all'attacco inviando nella giornata di ieri, tramite l'avvocato Hilarry Sedu, un'istanza al Comune e al Ministero dell'Interno con la richiesta di conferire con decreto la cittadinanza entro quindici giorni, altrimenti verrà adito il giudice per un risarcimento di un milione di euro per danni patrimoniali.
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Aicha, nata a Frattamaggiore il 13 luglio del 1997 da genitori originari del Burkina Faso, è vissuta prima a Cardito e poi a Frattamaggiore, dove ha completato tutti i cicli di studio; la ragazza avrebbe potuto tranquillamente chiedere il riconoscimento della cittadinanza, come prescrive la legge, al compimento dei 18 anni, ma quando era adolescente, a 14 anni, avanzò richiesta per la carta di identità all'ufficio anagrafe di Frattamaggiore, che gliela rilasciò riconoscendole in modo arbitrario anche la cittadinanza; peraltro la 25enne più volte ha ottenuto certificati di cittadinanza dal Comune e poi anche il passaporto. Il pasticciò è venuto alla luce quando il fratello minore di Aicha, nel 2020, si è recato in Comune per chiedere la tessera di identità per l'esame di maturità. Il funzionario si è accorto dell'errore e ha convocato la sorella; recatasi in Comune, ad Aicha è stata letteralmente strappato di mano il documento, senza alcun decreto di revoca della cittadinanza. Aicha è quindi diventata clandestina e non ha potuto fare concorsi pubblici, è caduta in depressione e si è rivolta alla Questura di Napoli per ottenere il titolo di soggiorno che si dà ai rifugiati.
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