Patente a punti sui cantieri, l'opione dell'ing. Fabio Leo
'Ottimo strumento per le aziende per dimostrare la propria idoneità'
05-10-2024 | di Redazione
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L’ing Fabio Leo classe “88” laureato in ing. Civile all’università Parthenope di Napoli iscritto all’ordine degli Ingegneri della provincia di Napoli con elevate skills nel campo della Sicurezza sui luoghi di Lavoro, grazie alla sue fattive esperienze nel settore relativo a scavi in sotterraneo con T.B.M. (Tunnel Boring Machine) e svariati cantieri infrastrutturali come C.S.E. (Coordinatore Sicurezza in fase di Esecuzione e Progettazione) e R.S.P.P. (Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione), pone le sue attenzioni/riflessioni sull’introduzione della “Patente a Punti” nei cantieri temporanei e mobili in vigore dal 1° Ottobre 2024 (D.L. 19/2024), esprimendo un proprio giudizio a riguardo.
Indubbiamente, nel momento in cui troverà piena applicazione, la patente a punti sarà un importante elemento di garanzia per il committente, ad oggi responsabilizzato a fronte della eventuale mancata idoneità della/e imprese affidatarie di lavori edili.
Peraltro, l’impresa in possesso della patente non dovrebbe avere difficoltà a dimostrare la propria idoneità, semplificando così tutto il processo di controllo.
Nell’esperienza sul campo posso affermare che questa rappresenta proprio la principale difficoltà per i tecnici che operano come Coordinatori: dare il benestare all’accesso in cantiere alle imprese a seguito di opportuni controlli documentali.
Sicuramente però non basta il solo obbligo della patente a risolvere la questione infortuni; sappiamo bene che nei cantieri spesso la documentazione è conforme ma non le procedure e soprattutto la condotta di lavoro degli operatori. Di certo potrebbe essere utile un maggiore controllo da parte degli Organismi di Vigilanza; tuttavia non si può trascurare quanto ancora potrebbe attivarsi rispetto ad una seria “SENSIBILIZZAZIONE, INFORMAZIONE E FORMAZIONE” del personale e di chi ricopre ruoli e cariche importanti in cantiere.
Potrebbe essere utile per esempio istituire delle figure di cantiere propriamente addette alla formazione durante gli stessi lavori, creando un vero e proprio “esercito” di operatori-formatori che direttamente in cantiere abbiano la mansione di formare ed informare le proprie squadre di lavoro. Tale compito, nella completa economia ed efficienza delle procedure, può essere svolto per esempio da chi già in cantiere svolge mansioni inerenti la sicurezza, come per esempio i Preposti.
Durante le lezioni che il sottoscritto ha svolto come formatore ha infatti riscontrato una vera e propria mancanza di attenzione, e quindi di efficacia della formazione, soprattutto per quei temi operativi che sarebbe opportuno affrontare direttamente in cantiere, e con il personale già abilitato al lavoro.
E’ fondamentale comprendere quindi che la formazione non deve essere considerata solo un obbligo legale, ma un investimento nella sicurezza e nella salute di tutti coloro che operano nei cantieri, e quindi nell’efficienza di tutta la filiera cantieristica.
Nella mia attività professionale mi impegno a promuovere costantemente la cultura della sicurezza sul lavoro al fine di far comprendere che una formazione adeguata è essenziale per ridurre gli incidenti e creare un ambiente piu’sicuro. La sicurezza non si affronta solo partecipando a corsi di formazione che anche indirettamente gravano nell’economia dell’impresa, ma deve rappresentare una costante attività continua per acquisire conoscenze e competenze, per proteggere sé stessi e i propri dipendenti e colleghi sul posto di lavoro. Investire nella formazione è investire nel benessere e nella produttività di tutti i lavoratori.
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