Un risarcimento da 800mila euro per avergli negato il “diritto all’infanzia”. La corte d’appello di Napoli pone la parola fine sulla triste vicenda che colpì, ben 20 anni fa, il cuore del rione Poverelli di Torre Annunziata come riporta questa mattina il quotidiano "la Repubblica".

Aveva solo 7 anni, Salvatore. Ed in questi 20 anni ha aspettato che la giustizia facesse il suo corso. Da quando alcuni bambini del III Circolo Didattico di Torre Annunziata finirono nelle mani di una banda di orchi che li violentò dopo averli storditi con alcool e minacciato con armi di fortuna.

Un incubo che finalmente ha conosciuto la parola “fine”. Dopo il calvario iniziato con le violenze, le minacce, gli abusi continui. E le denunce delle tre giovani madri: una di loro era proprio Matilde Sorrentino, uccisa nel 2004 a soli 49 anni sotto gli occhi di Salvatore, da uno di quegli orchi, per vendetta.

Nel frattempo Salvatore, negli anni che seguirono, iniziò la trafila di processi: perse anche il padre, stroncato da infarto e così fu affidato al fratello maggiore. I due conobbero anche la sconfitta di veder liberi, anche se per poco, gli orchi responsabili di quel terribile gesto. Una libertà che, per Pasquale Sansone e Ciro Falanga, durò pochissimo perché "giustiziati" dalla camorra per le violenze sessuali adoperate.

Ma quello che la giustizia non ha potuto ridargli è rimasto fermo in quei giorni di 20 anni fa: il diritto all’infanzia. Nel frattempo, però, è arrivata, finalmente, la sentenza di primo grado che, se non altro, restituisce a Salvatore e la sua famiglia un risarcimento danni da 800mila euro, senza tener conto dell’altra ipotesi, attualmente in fase di valutazione dagli avvocati che hanno seguito l’iter processuale, Elena Coccia e Marco Ferrara: quella del riconoscimento dello status di vittime della camorra. 

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