“La sua morte vede il suo più grande responsabile in tutti noi che siamo parte di una società miope, superficiale e umanamente annientata”. E’ il grido di dolore di Guglielmo, un parente di Grazia, la giovane di Pompei andata via troppo presto da questa terra.

A Guglielmo lo strazio di aver appreso la notizia lo ha colto di sorpresa. Lui che vive al Nord, a Lugo, in provincia di Ravenna, ha vissuto i primi anni a Boscotrecase, prima di emigrare. E ha frequentato anche lei, ma che non ha potuto vederla come avrebbe voluto. “Grazia è una parola che parla di gentilezza, della bontà dei modi e delle intenzioni, di generosità – ha scritto Guglielmo in un post affidato ai social -. Grazia è anche il nome di una delle mie bellissime cugine, che non ho potuto veder crescere, a causa della distanza”.

Una distanza che ha finito per rendere ancora più incolmabile il distacco avvenuto con la sua scomparsa: “Grazia era forse la più fragile di tutte, perché oggi, 30 aprile, non ha potuto festeggiare il suo compleanno. Non sopportava quel dolore, quell'oscurità che imprigionava il suo animo di fanciulla irrequieta, con un disagio troppo grande persino da poter essere urlato”.

Difficile comprenderne lo stato d’animo, invaso da una tragedia che poteva avere un epilogo diverso. “La sua vita speciale si è spezzata invece nel modo più atroce, per una scelta che parrebbe sua. Ma è una scelta sua solo nell'epilogo – ha precisato Guglielmo - ma che vede il suo più grande responsabile in tutti noi. Che la terra ti sia lieve, piccolo angelo”.

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