"Assistiamo solo allo sfruttamento degli scavi e la città sta diventando sempre più una colonia, dove i cittadini devono pagare solo le tasse e basta”. Non si placa il malessere dei commercianti di Pompei che nel primo pomeriggio hanno dato vita ad un flash mob in piazza Bartolo Longo. A capeggiare l’iniziativa l’associazione Pompei Città Ribelle e l’Ascom e che ha visto anche la partecipazione di Confesercenti, Comitato Civico Messigno, gruppo politico Programmiamo Pompei, Portici Città Ribelle, alcuni rappresentanti del liceo Pascal e del Forum dei Giovani.

“Il nostro dissenso – sottolinea Giovanni Precenzano, di Pompei città ribelle – è verso questa nuova imposizione in piazza, con la rimozione dei tavolini dello storico Bar del Santuario, ma non solo. Nessuno ha mai coinvolto i cittadini nella stesura del Grande Progetto eppure lo vogliono calare sulla nostra testa. Stanno mortificando il fare impresa in città”.

A dare man forte è anche Alessandro Di Paolo, dell’Ascom, che ha accusato “di alzare muri con queste disposizioni, piuttosto che abbatterli come ci insegna Papa Francesco. Il Grande Progetto – conclude – ha senso solo se mette al centro i pompeiani”.

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