“Diedi uno schiaffo a quel ‘mostro’, sì, dopo che la dottoressa aveva scoperto i comportamenti strani del nostro piccolo. Lui le raccontò tutto. Io invece stetti zitta, anche con mio marito. Provai vergogna e non denunciai nulla. Avevo paura che mi togliessero mio figlio”. E’ struggente la testimonianza a processo della mamma adottiva del suo bimbo disabile, che a soli dieci anni, indifeso ed incosciente, avrebbe subito una violenza sessuale alla periferia di Pompei.

Il presunto ‘orco’ – per il pm della Procura della Repubblica di Torre Annunziata, Sergio Raimondi, titolare della scabrosa indagine - è L.A., 55enne del luogo: avrebbe visto assieme al piccolo, affetto da gravi disturbi psico-somatici e per questo in cura in un centro specializzato, un video porno caricato prima sul cellulare del bambino e dopo messo sul proprio pc di casa.

L.A. era perfino un fidato amico di famiglia. Abitava a pochi passi dalla coppia di genitori adottivi, che in totale sicurezza gli avrebbero perciò affidato il loro piccolo per tre giorni. L’amico di famiglia andava a prendere il bambino pure a scuola. E’ sul suo pc che il ‘pedofilo’ avrebbe visto il video porno in compagnia del bimbo di soli dieci anni, adottato ancora in fasce, e che da quel giorno non è mai più tornato lo stesso di prima.

“Il piccolo faceva gesti strani con le mani, si toccava. Cose che di sicuro non aveva visto fare a casa sua” – la testimonianza rilasciata dalla fisioterapista del centro medico, dove il bambino è ancora in cura, alla scorsa udienza del processo - . Processo in corso dinanzi ai giudici della Seconda Penale del Tribunale di Torre Annunziata (presidente di collegio Antonio Pepe).

“Fu la dottoressa a consigliarmi la denuncia, a mio marito dissi tutto dopo. Non volevo che lui stesse male – ha spiegato invece ieri ai giudici la mamma del piccolo - . Poi, sì. Mollai uno schiaffo al mostro”.       


Puoi ricevere le notizie de loStrillone.tv direttamente su Whats App. Memorizza il numero 334.919.32.78 e inviaci il messaggio "OK Notizie"