Quella che arriva dal trio dei consiglieri di Messigno (in foto con il sindaco e Marciano, loro riferimento politico in Regione) è una sentenza per il sindaco Uliano che ha il sapore di un giudizio inappellabile: “Bilancio negativo, dopo due anni, sia dal punto di vista operativo, che politico, che morale”. Insomma, non si placano le polemiche dopo la revoca dell’ex assessore, Santa Cascone, e la fuoriuscita dalla maggioranza del gruppo di Alternativa Pompeiana.

Ancora sul piede di guerra i rappresentanti eletti a sostegno del primo cittadino, che dopo quasi 26 mesi si sono prima visti tradire e poi hanno preferito lasciare il passo. Per l’amministrazione della città mariana è stato un periodo costellato da tanti cambiamenti, soprattutto tra le fila del governo cittadino, quasi nessuno dal punto di vista delle azioni messe in campo per la città. A sostenere questa tesi non è qualche oltranzista dell’opposizione, nemmeno politici silurati dal voto. Ma sono proprio loro, Calabrese, De Gennaro e Sabini, che fino a qualche giorno fa hanno sostenuto a spada tratta l’operato del sindaco.

Pensavamo volesse realizzare alcune parti del programma, invece proprio quelle questioni sono finite per incancrenirsi”. Hanno scritto nero su bianco i tre. Quindi la lista, primo tra tutti il fiore all’occhiello della Cascone: “La gestione cimitero”. Poi, molto altro: “Il servizio di sosta in connessione col piano traffico, la gestione della casa di riposo. Il procedimento di approvazione del nuovo piano urbanistico comunale, legato al condono edilizio”.

Insomma, non si salva nulla di chi “si è mostrato abile solo a gestire le inefficienze per avere consenso. Il Sindaco Uliano ha fatto dell’inaffidabilità e del trasformismo la propria cifra distintiva”. Tanto che, “quando è stato richiamato alle sue responsabilità non ha esitato a liberarsi dall’impiccio, cambiando assessori e maggioranza”.

Infine, un ultimo affondo, sul tema molto caro al primo cittadino: “Quello morale”. Secondo i rappresentanti di Alternativa Pompeiana, l’emblema è stato prima la vicinanza e poi l’allontanamento da Angelo Vassallo, fratello del ‘Sindaco pescatore’. “La fondazione Vassallo lo sostenne pubblicamente, ma una volta eletto, Uliano interruppe i rapporti per non dover far fronte alle sue responsabilità”. Per i tre: “Dario Vassallo rivelò di essersi accorto che, già negli ultimi giorni di campagna elettorale, il sindaco aveva accolto persone che puzzavano e puzzano ancora”.

Sta di fatto che quello che accade a Pompei, sembra una storia già letta: consiglieri o assessori traditi discreditano il sindaco. Se poi tornano all’ovile sono pronti al più becero servilismo iniziale. Una parabola, insomma, che vede tanti alti e bassi ma che continua ininterrotta da due anni.

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