Il Santuario di Pompei è uno dei luoghi di culto mariano più celebri e frequentati del mondo. E se dici Santuario di Pompei il pensiero va automaticamente a Bartolo Longo, l’avvocato pugliese trapiantato a Napoli che sul finire del 1800 ideò e condusse a termine la costruzione della grande basilica oggi meta di milioni di visitatori e di fedeli e prossimo a diventare santo (il 19 ottobre).
Pochi sanno però che dietro Bartolo Longo c’era la presenza instancabile e laboriosa di una giovane contessa, di origini pugliesi anche lei, sposata con il campano conte Albenzio De Fusco (proveniva da Lettere), rimasta vedova giovanissima e con cinque figli e avviata alla pratica della fede e della carità dalla lunga comunanza con Caterina Volpicelli, la ragazza della Napoli-bene che sarebbe diventata santa.

La biografia di Marianna Farnararo De Fusco è costellata da tutta una serie di iniziative caritatevoli, sempre al fianco della Volpicelli e di Bartolo Longo (i due si sposarono per mettere fine alle dicerie che circolavano sulla loro unione spirituale) che fanno di lei, a buon diritto, non solo la cofondatrice del Santuario, ma una gigante della storia della Chiesa in generale. Tant’è che recentemente l’arcivescovo di Pompei monsignor Tommaso Caputo, durante la cerimonia di intitolazione della biblioteca del liceo di Pompei a Marianna ha annunziato di aver dato incarico a esperti di sua fiducia perché studino se nelle opere e nella esperienza terrena di Marianna de Fusco possano rintracciarsi elementi utili ai fini dell’avvio del processo di beatificazione. Insomma, la sua è stata proprio “una vita da santa”. Ed è questo il titolo della biografia di Marianna pubblicata da Attilio Pepe (Graus Edizioni) che sarà presentata a Pompei, nell’aula consiliare, venerdì prossimo alle ore 18. Previsti saluti istituzionali del sindaco di Pompei Carmine Lo Sapio e dell’arcivescovo monsignor Tommaso Caputo. Interverranno, oltre all’autore, Miranda Carrieri, Direttrice del museo diocesano di Monopoli, Filomena Zamboli, preside del liceo Pascal di Pompei, Giuseppe Palmisciano, borsista dell’Istituto San Pio V di Roma e Anna Cristiana Pentone, preside dell’Istituto comprensivo Angelo e Francesca Solimena di Nocera Inferiore. Modererà Lino Zaccaria.

La ricostruzione di Pepe, agile e scorrevole, inframmezzata da un corposo corredo fotografico offre uno spaccato delle virtù di Marianna de Fusco e dalla lettura scaturisce un chiaro convincimento: senza di lei (vendette le sue terre di Pompei per contribuire alla costruzione) il santuario oggi non ci sarebbe stato. Nella prefazione Lino Zaccaria pone un ormai vecchio interrogativo: perché mai la Chiesa non ha pensato di rendere merito alla contessa Farnararo, che visse circondata da santi e da beati, (facevano parte del “cenacolo” della Volpicelli, tra gli altri, anche padre Ludovico da Casoria e Giuseppe Moscati) che dedicò tutta la sua vita al prossimo, ai poveri e agli emarginati e che, oltre alle commemorazioni per il centenario della morte e ad una biografia della scrittrice Ada Ignazzi, finora non ha avuto altro riconoscimento? La risposta al suo interrogativo la daranno, sperabilmente, gli esperti incaricati da monsignor Caputo.

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