Pompei, blitz "Meccanico". Il processo slitta ancora
In tribunale cambia il giudice: altro nulla di fatto in aula
05-12-2016 | di Redazione

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Blitz "Meccanico". A processo cambia il giudice e così il giudizio - per gli ultimi imputati che hanno scelto il rito ordinario - slitta ancora. Si tratta di Antonio Manzo e Vincenzo Staffetta, entrambi accusati di partecipazione all’associazione finalizzata al traffico di droga.
Imputato nello stesso procedimento pure Vincenzo Arcamone, al quale invece i pm della Dda di Napoli contestano la ricettazione di un carico d’olio rubato in Spagna. Con il cambio di collegio, l'udienza è servita solamente a ribadire l'inizio del dibattimento. Il processo ripartirà a gennaio.
Nel corso delle indagini, avviate nel 2011 “alla ricerca di Francesco Matrone, latitante di Scafati”, l’Antimafia è riuscita ad ipotizzare a carico di 27 persone (ritenute affiliate al clan Vesuviano Gallo-Limelli-Vangone) una sfilza di reati commessi tra Pompei e l’agro-nocerino-sarnese. Dall’associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga, alla detenzione e al commercio di armi da guerra (kalashnikov modello Ak 47), fino ad un giro di racket ai danni di ristoratori della città mariana.
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Al centro dell’inchiesta, la casa rurale di Ferdinando Cirillo, detto Nando 'o Battilamiero. Furono le telecamere piazzate a pochi metri dalla sua officina in via tre Ponti, “anche perché Cirillo non amava il cellulare” - così ai giudici in aula il Comandante dei Ros di Salerno, Gabriele Mambor - a svelare diverse “riunioni serali, dove si parlava di droga e dell’imposizione di macchinette video-poker ai bar di Scafati”.
La sentenza di primo grado, però, lo scorso anno ha assolto dal reato associativo i 24 imputati, che avevano scelto di difendersi con rito abbreviato. Tra gli assolti, oltre al boss Giovanni Vangone, anche “Nando 'o Battilamiero”.
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