Blitz "Meccanico". A processo cambia il giudice e così il giudizio - per gli ultimi imputati che hanno scelto il rito ordinario - slitta ancora. Si tratta di Antonio Manzo e Vincenzo Staffetta, entrambi accusati di partecipazione all’associazione finalizzata al traffico di droga.

Imputato nello stesso procedimento pure Vincenzo Arcamone, al quale invece i pm della Dda di Napoli contestano la ricettazione di un carico d’olio rubato in Spagna. Con il cambio di collegio, l'udienza è servita solamente a ribadire l'inizio del dibattimento. Il processo ripartirà a gennaio.

Nel corso delle indagini, avviate nel 2011 “alla ricerca di Francesco Matrone, latitante di Scafati”, l’Antimafia è riuscita ad ipotizzare a carico di 27 persone (ritenute affiliate al clan Vesuviano Gallo-Limelli-Vangone) una sfilza di reati commessi tra Pompei e l’agro-nocerino-sarnese. Dall’associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga, alla detenzione e al commercio di armi da guerra (kalashnikov modello Ak 47), fino ad un giro di racket ai danni di ristoratori della città mariana. 

Al centro dell’inchiesta, la casa rurale di Ferdinando Cirillo, detto Nando 'o Battilamiero. Furono le telecamere piazzate a pochi metri dalla sua officina in via tre Ponti, “anche perché Cirillo non amava il cellulare” - così ai giudici in aula il Comandante dei Ros di Salerno, Gabriele Mambor - a svelare diverse “riunioni serali, dove si parlava di droga e dell’imposizione di macchinette video-poker ai bar di Scafati”.

La sentenza di primo grado, però, lo scorso anno ha assolto dal reato associativo i 24 imputati, che avevano scelto di difendersi con rito abbreviato. Tra gli assolti, oltre al boss Giovanni Vangone, anche “Nando 'o Battilamiero”.

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