E’ bufera sui lavori pubblici a Pompei. Nell’ultimo consiglio comunale c’è stato un duro botta e risposta tra il sindaco Carmine Lo Sapio e il leader dell’opposizione Domenico Di Casola. L’avvocato non è mai stato tenero con il primo cittadino, già nell’ultima campagna elettorale, dove non mancarono numerosi attacchi e veleni nei confronti di quello che poi è diventato il primo cittadino.

Oggi però alle dichiarazioni della minoranza arriva anche “l’appoggio” di Pompei Popolare, una delle liste che ha sostenuto Lo Sapio alle ultime elezioni del 2020. Il gruppo lamentava poco tempo fa “gravi violazioni di legge nella gestione della cosa pubblica. Non sappiamo se quello che accade sia dovuto ad ignoranza e/o incapacità oppure, fatto ancor più grave, è frutto di una precisa volontà di non rispettare la legge per raggiungere oscuri scopi. In ogni caso quel che appare certo è che anche il Consiglio comunale, organo deputato per legge alla vigilanza ed al controllo, non è in grado di assolvere al suo ruolo, forse perché i numeri della maggioranza ne bloccano il funzionamento”.

Secondo Di Casola, “queste sono cose gravi dette non da noi, ma da uomini suoi, gli stessi uomini che un giorno bussano alla sua porta per avere e dopo un mese scrivono quanto da noi riportato nell’interrogazione consiliare. Si dia una spiegazione, mentre noi continuiamo la nostra azione di controllo nell’interesse della Città. Il sindaco si mostra nervoso, probabilmente le ‘cambiali’ da ‘pagare’ sono tante, se eventualmente le ha sottoscritte le paghi con i ‘soldi’ suoi”.

Ma c’è dell’altro. L’ultima polemica, in ordine di tempo, riguarda i lavori pubblici e nello specifico quelli di via Lepanto.

“La pavimentazione fatta nei primi mesi del 1999, in occasione del giubileo del 2000, di via Sacra e di via Lepanto, oggi sostituita con mattonelle con lavori da poco terminati (autunno 2022) e ancora in attesa di collaudo, che sembrano più vecchi di parecchio rispetto a quelli realizzati nel 1999 – ha continuato Di Casola -. Bisognerebbe vergognarsi per la mediocrità dei lavori eseguiti. Se si fossero utilizzati i sampietrini previsti dal capitolato d’appalto, illegittimamente aggirato, oggi via Lepanto sarebbe pavimentata con materiale resistente, duraturo. Oggi sembra già vecchia e le vostre mattonelle presentano in più punti brutte macchie, che non si notano nella pavimentazione del 1999”.

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