Pompei. Caciara in consiglio comunale, Robetti: “Avrei preferito parlare di politica”
Nel mirino la questione sul simbolo PD e l’illuminazione pubblica. Lo Sapio: “Voglio opposizione costruttiva”
28-10-2020 | di Redazione
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“Avrei preferito ascoltare qualche intervento politico della maggioranza, ma va bene anche la caciara. Ci regoleremo di conseguenza”.
Lo ha detto Alberto Robetti nel corso del consiglio comunale di Pompei, attaccando alcuni consiglieri di maggioranza. Si tratta di Giuseppe del Regno e di Massimo Malafronte che hanno criticato i modi con i quali l’opposizione ha affrontato la discussione sulla nomina dei capigruppo e sull’atto di indirizzo relativo all’istituzione dell’elenco di strade di uso pubblico non appartenenti al patrimonio del comune di Pompei.
LA POLEMICA. Nel corso dell’intervento ha preso la parola anche il leader dei moderati Domenico Di Casola, evidenziando alcune incongruenze e vizi formali del documento che, a suo parere, andavano corretti. “State facendo i professori – ha inveito Malafronte dai banchi della maggioranza -. Siamo stufi di questo atteggiamento, dobbiamo lavorare per Pompei non ascoltare lezioni”. Solo dopo una decina di minuti è stata riportata la calma, con il sindaco che ha preso parola dicendo che “l’atto finale verrà discusso insieme, al termine di un dialogo con tutte le parti politiche. Questa non è opposizione costruttiva”. L’atto è stato votato a favore anche dall’opposizione, che ha motivato la scelta “non per incoerenza ma per puro spirito di responsabilità nei confronti dei cittadini”.
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LA NOMINA DEI CAPIGRUPPO. Questi i capigruppo in consiglio: Vincenzo Vitiello (Rinascita Pompei 2020), Raffaele Scala (Partito Democratico), Stefano De Martino (Patto per Pompei), Domenico Di Casola (Pompei Viva Democratica e Moderata), Mario Estatico (Italia Viva), Alberto Robetti (Forza Italia), Raffaele Marra (Fratelli d’Italia) e Giuseppe Del Regno (Noi Campani).
LA POLEMICA SUL PD. Non sono però mancati degli screzi. Fulcro della polemica, ancora una volta, il simbolo del Partito Democratico. “Nonostante siamo più legittimati noi a presentare il simbolo ho preferito lasciar stare per non creare ulteriori polemiche – ha spiegato Di Casola – ma credo sia opportuno cambiare il nome al gruppo consiliare che risiede in maggioranza”. Una richiesta che però non ha ricevuto il benestare del sindaco: “Non ci sono documenti che mettono in discussione la segreteria politica del circolo di Pompei – ha affermato Lo Sapio -. Inoltre, il sottoscritto ha rimesso nelle mani del direttivo le sue dimissioni da segretario. E sarà la commissione di garanzia del partito a esprimersi sulla vicenda. E’ impensabile che il consiglio comunale chieda al presidente di convalidare o meno il simbolo di un partito”.
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