Le vie di fuga non consentono il passaggio ai disabili. Occorre rimuovere tali barriere”. È questo, in estrema sintesi, quanto disposto da polizia e vigili del fuoco che hanno effettuato un sopralluogo nella struttura Gaudium di Pompei.

I locali sono frequentati tutti i giorni dagli anziani del comune mariano dove vi svolgono attività ludiche e ricreative. Fino all’anno scorso i nonnini della città avevano a disposizione uno stabile a via San Giuseppe, da condividere con altre associazioni tra cui l’Unitre. Il palazzo, però, è stato dismesso dall’Ente di Palazzo De Fusco per motivi di spendig review e da qui la collocazione degli anziani nei locali seminterrati posti dentro la Fonte Salutare.

IL CERTIFICATO COMUNALE. Il 14 maggio dello scorso anno, il dirigente del settore urbanistica ha firmato e rilasciato un certificato dove si attesta che “i locali di proprietà comunale possono ritenersi agibili per uso attività ricreative e sociali”. Tale documento è stato redatto dopo l’ispezione, successiva, a sua volta, ai lavori di manutenzione e riqualificazione. Lo stesso documento ha attestato che “i locali sono dotati di due servizi igienici e di adeguata areazione”, sorvolando sulle vie di fuga e sulla facilità, per gli anziani, di scendere gli scalini che portano nelle stanze a loro dedicate.

LE DENUNCE DEL 2015. Ad inizio 2015 una prima denuncia alla Procura della Repubblica di Torre Annunziata. Il 5 giugno dello stesso anno, poi, una segnalazione dettagliata ai vigili del fuoco. Sulla scrivania del comando provinciale era arrivata “una richiesta di intervento per il centro Gaudium di Pompei”. Bruno Adami, tecnico ed ex socio del circolo, aveva messo nero su bianco i motivi ostativi: “All’interno del locale – ha scritto nella denuncia ai pompieri – vi sono delle pareti divisori che formano un grosso ostacolo per una eventuale fuga di massa. Il locale è sprovvisto di bocche antincendio, le porte d’ingresso non sono antipanico e fuori vi sono dei gradini ed un muro alto 2 metri che, in caso di emergenza, possono provocare panico”. Ma non solo. Già l’anno scorso era stato rapportato che “manca la discesa per i disabili, il tetto del locale è molto basso ed i bagni non sono a norma”.

Infine, il 23 febbraio 2015, lo stesso Adami aveva scritto al Comune sostenendo che “per l’apertura di quei locali occorrevano 5 documenti. Atti mai esibiti”.

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