“Incontrai Claudio nel suo studio di via Roma. Parlavo con lui, perché per la custodia delle macchine il Comune mi deve in tutto circa 3 milioni di euro. L’ex sindaco D’Alessio mi disse: non mettere l’avvocato che si prende il 10% sull’incasso. Assisto io, poi mi dai un contributo al partito. Voleva il 20% di un milione. Se non pagavo, non avrei mai più lavorato”. E’ bollente la testimonianza oggi in aula al Tribunale di Torre Annunziata di Natale Russo, il titolare della ditta “Parking Plinio” di Pompei, che per anni ha gestito il servizio di rimozione forzata delle auto in città.

LA VICENDA. Nel 2011 Russo denuncia tutto in Procura. Un anno dopo i pm titolari dell’inchiesta, Rosa Annunziata e Maria Rosaria Magariello, chiedono il rinvio a giudizio per l’ex primo cittadino di Pompei Claudio D’Alessio (in foto), oggi alla sbarra con l’accusa di concussione e abuso d’ufficio e del comandante della polizia municipale Gaetano Petrocelli, imputato “solo” per abuso d’ufficio.

LE ACCUSE. A processo, dinanzi ai giudici della prima sezione penale del Tribunale di Torre Annunziata, oggi Russo è un fiume in piena. Parla per tre ore filate, guarda negli occhi l’ex sindaco D’Alessio, anch’egli presente, chino su un foglietto zeppo di appunti, e che chiama spesso solo per nome “perché lo conosco, è stato pure il mio avvocato”. L’imprenditore presunta vittima del tentativo d’estorsione (questa infatti è la concussione commessa da un pubblico ufficiale, ndr) ha con sé due trolleys, che raccolgono faldoni pieni di carte: sono tutte le fatture mai pagate, gli scambi di note e carte bollate con gli uffici di Palazzo Fusco per avere ciò che gli spetterebbe.

IL DRAMMA DELL’IMPRENDITORE. Poi il titolare della “Parking Plinio” prosegue, raccontando il suo dramma: “A quattro anni dalla denuncia ora rischio il fallimento. Anzi è sicuro. Ho 1287 veicoli senza targa a terra e debiti al Banco di Napoli da paura. Perché non venivo pagato? Il comandante Petrocelli aveva dubbi sulla prescrizione delle mie pretese”. “Il 16 febbraio 2011 – continua Russo senza mai stancarsi -  D’Alessio mi disse di depositare 18 fatture pari a 174mila euro. Il ragioniere del Comune avrebbe dovuto liquidarmele. Così sarei andato subito in banca a chiedere un finanziamento per ottemperare alla sua richiesta del 20%”.

Anche qui, però, la “beffa”: “Due giorni dopo – conclude la presunta vittima - aspettai per ore la firma della determina con una proposta di rate da 8mila euro a settimana da parte del Comune. Avevo problemi con Equitalia. Di solito si fa così se il Comune decide di pagarti e ti vuole aiutare”. Quella firma, tuttavia, non è mai arrivata “ed ora la mia famiglia è in pratica ridotta sul lastrico”.

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