Pompei. Condizioni di lavoro difficili e stipendi dimezzati: sciopero agli scavi
Manifestazione di protesta per circa 60 dipendenti del Parco Archeologico: “Orari ridotti e senza cassa integrazione”
13-09-2020 | di Redazione
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Condizioni di lavoro difficili e stipendi dimezzati, i dipendenti dei servizi aggiuntivi degli scavi di Pompei ed Ercolano vanno in sciopero.
Previsto in piazza Anfiteatro per martedì 15 settembre dalle ore 10.00 uno sciopero dei dipendenti della Opera Laboratori Fiorentini impiegati presso biglietteria, controllo accessi e ufficio informazioni dei due parchi archeologici.
Secondo i Cobas del Lavoro Privato “svolgono servizi essenziali per i due siti ma spesso lavorano in condizioni insufficienti e senza tutele, specie contro atti di vandalismo e aggressioni. Abbiamo chiamato perfino l’Asl di competenza per ottenere condizionatori in alcuni luoghi di lavoro, oltre a delle sedie. Ora invece questi lavoratori sono da 4 mesi senza la cassa integrazione, i pagamenti sono fermi al 10 maggio”.
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Ed ora a causa del covid-19 lo stipendio di circa 60 dipendenti si è, in alcuni casi, più che dimezzato, passando dalle 158 ore mensili alle 60 attuali, a fronte di lavoratori che da 20 anni garantiscono la fruizione dei siti turisti in questione a circa 4 milioni di visitatori l’anno. Con lo sciopero i dipendenti chiedono anche l’internalizzazione del servizio, così come è stato fatto recentemente per i collaboratori scolastici.
“L’azienda ha fino ad oggi ignorato – si legge nella nota stampa diffusa da Cobas - le richieste dei lavoratori di ridistribuire l’orario di lavoro con una riduzione verticale che consenta di effettuare lo stesso monte orario di lavoro ripartito in meno giorni della settimana”. Un metodo per associare alla riduzione di lavoro anche la riduzione di spese. Una richiesta non presa proprio in considerazione dall’azienda. “Il tentativo di conciliazione in sede aziendale – ha concluso Cobas - è stato esperito con esito negativo per mancata convocazione da parte dell’autorità competente”.
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