Pompei. “Assolta perché il fatto non sussiste”. Nessun colpevole dopo due anni e mezzo di processo per il crollo della Schola Armatarum, sbriciolatasi come neve al sole nella notte tra il 5 e il 6 novembre 2010 all’interno degli Scavi di Pompei. Scagionata dall’accusa di crollo colposo l’unica imputata, l’architetto in pensione Paola Rispoli (difesa dagli avvocati Peppino Fusco e Oreste Cicatelli), all’epoca responsabile delle Regio I e III dell’area archeologica più famosa al mondo.

Il pm Emilio Prisco, della Procura di Torre Annunziata, per la Rispoli aveva chiesto una condanna a un anno e mezzo. Il processo si è così chiuso dopo una vera e propria battaglia giudiziaria andata avanti a colpi di perizie (due di parte; una infine del "super-tecnico" scelto dai giudici, il professore Ordinario di Scienze delle Costruzioni della “Federico II” di Napoli, Lucio Fino). Secondo il Professore, «la Schola Armaturarum è caduta per colpa di un tubo otturato»

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