Alle ore 15, assieme ai bambini e ai loro genitori prenderemo sedie, panche e banchi e scaricheremo tutto davanti al Comune di Pompei per fare scuola all'aperto. Il sindaco e tutta la città devono vedere chi siamo e quanti siamo e capire quanto è doloroso far scomparire quest'iniziativa”. Così tuonava sui media il prete anticamorra, don Luigi Merola, desideroso di dare battaglia al sindaco di Pompei, Nando Uliano.

7 OTTOBRE. Fuori Palazzo De Fusco, a piazza Bartolo Longo, alle ore 15,10 di don Luigi Merola, dei bambini e dei genitori ancora nulla. Tre quarti d’ora dopo arriva una mail dagli uffici del Palazzo che rassicura di una pace fatta. Non passa molto ed anche dalla pagina social del sindaco spunta la foto con stretta di mano e le prime dichiarazioni. Quindi, nessuna manifestazione o flash mob? No, pranzo al ristorante alle 13,30 tra il sindaco ed il sacerdote, rigorosamente senza i pargoli con famiglie al seguito, e tutto chiarito.

È l’epilogo dello scontro a distanza, attraverso i media, tra don Luigi Merola e Nando Uliano, dopo il diniego di quest’ultimo a rifinanziare ‘Studiare per Crescere’, uno dei progetti messi in campo dalla onlus ‘A voce de criature’, voluta e sostenuta proprio dal sacerdote di Forcella.

“Questa amministrazione è orgogliosa delle attività che porta avanti, ma le politiche di spending review del governo ci hanno costretto a tagliare gli stanziamenti in bilancio”. Si era così giustificato il sindaco quando don Luigi ha ‘minacciato’ lo scioglimento dell’amministrazione comunale se la sua associazione fosse uscita dallo stabile del clan Cesarano.

Invece oggi, nel giorno in cui la chiesa celebra la Vergine del Rosario, il primo cittadino ed il prete hanno ritrovato la pace ed il finanziamento proprio all’ombra del Santuario. “Ringrazio il sindaco per aver accolto il nostro appello ora si riparte, con determinazione, per costruire un futuro a tanti bambini. È necessario fare rete tra istituzioni per ottenere risultati migliori. Andiamo avanti, insieme si vince”. Ha commentato don Luigi.

“Il comune di Pompei è disposto a fare la propria parte nell’ambito delle proprie capacità. Ciò che conta è che riusciremo a salvaguardare un fondamentale servizio alla collettività”. Ha risposto Uliano che meno di 24 ore prima giurava di non avere fondi disponibili al bilancio.

Evidentemente il timore delle barricate dei piccoli a piazza Bartolo Longo, armati di penne e quaderni, avranno convinto il capo dell’amministrazione a cedere.

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Chiude ‘A voce d’e creature’ a Pompei