“Gli Scavi di Pompei, i turisti, Napoli e l'Italia non possono pagare il prezzo dello scontro tra i sindacati e la Soprintendenza. C'è bisogno di una presa di coscienza collettiva”. A dirlo è Raffaele Marrone, presidente del gruppo Giovani Confapi di Napoli.

“Le denunce e i cancelli chiusi non aiutano il dialogo – aggiunge Marrone –. I sindacati hanno il diritto di tutelare i lavoratori ma hanno anche il dovere di non cadere nel facile errore di confondere la rivendicazione con la contrapposizione”.

Gli Scavi di Pompei sono uno degli asset turistico-culturali più importanti al mondo e portatori di benessere e occupazione per un intero comprensorio: migliaia di persone vivono, direttamente o grazie all'indotto, per il tramite del sito archeologico. I sindacati – sostiene Marrone – non possono considerarlo una ‘proprietà’ di cui disporre liberamente”.

“La Soprintendenza, i lavoratori e le stesse sigle sindacali depongano le armi e trovino un punto d'intesa – conclude il numero uno della Confapi jr – perché lo spettacolo offerto, in questi giorni, è assai poco commendevole”.

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