Pompeiani aiutateci a salvare Casa Borrelli perché il Comune ci ha abbandonati”. Quella scritta nera su striscione bianco è quasi un grido di dolore lanciato dal personale della struttura di riposo per anziani di Pompei.

L’edificio è quasi in condizioni precarie, con l’intonaco caduto e il cemento e ferro lasciato scoperto. Fa un certo effetto vedere da giù il lungo balcone che affaccia su via Lepanto. Il cortiletto interno, invece, che dal cancello di via Scacciapensieri dà sull’entrata principale ha tutto il pavimento dissestato. Persino un ragazzo farebbe fatica a camminarci. Inoltre, appena varcato il cancello, ad accogliere eventuali ospiti c’è un grosso cumulo di materiale di risulta sul quale sta crescendo anche della vegetazione. Insomma, questa è l’immagine esterna della casa lasciata in dono ai poveri di Pompei dalla nobile Concetta D’Arienzo in memoria del figlio morto.

L’interno, poi, non sta messo molto meglio, nonostante l’impegno degli operatori che da 3 anni non riscuotono la tredicesima, avanzano una quattordicesima ed alcuni stipendi arretrati. Le macchie di umidità sono disseminate ovunque: non hanno risparmiato nemmeno il Cristo nella piccola chiesa interna di Casa Borrelli. Il giro tra corridoi e stanze rincuora solo per il sorriso degli ospiti che resistono nonostante tutto. I recenti lavori nei bagni hanno, di fatto, peggiorato la situazione, lasciando a vista tubi che possono rivelarsi estremamente pericolosi soprattutto per i nonnini che vi vivono.

Sembra che tutto ciò che circonda Casa Borrelli è avvolto da un alone di mistero. Come i bilanci del 2012, 2013 e 2014 che non sono ancora stati approvati. O come i 16 appartamenti che dovrebbero in parte sostenere le spese di gestione della struttura ma di cui si sa poco o nulla. O ancora, quell’assegno di 10 mila euro che avrebbe versato Emanuele Filiberto di Savoia, ricordato all’ingresso con una targa commemorativa.

Infine, l’unica cosa certa è l’atto d’indirizzo votato a maggioranza nell’ultimo consiglio comunale che dà mandato al sindaco di mettere in liquidazione l’azienda speciale Aspide.

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