Claudio D'Alessio, l'ex sindaco di Pompei coinvolto nell'inchiesta sulle presunte esumazioni illegali al cimitero della città mariana, torna in libertà. A deciderlo, oggi, il Tribunale del Riesame di Napoli, che ha smantellato in pratica l'ordinanza di custodia che mandò ai domiciliari D'Alessio, accusato di "induzione indebita a dare utilità".

Secondo i pm, titolari dell'inchiesta, l'ex primo cittadino avrebbe infatti favorito nell'agosto del 2013 la sepoltura di una persona a lui cara per accrescere "il suo peso in politica". Accusa già respinta con forza da D'Alessio nell'interrogatorio di garanzia svoltosi dinanzi al Gip del Tribunale di Torre Annunziata, Emma Aufieri. Con D'Alessio tornano in libertà pure Attilio Malafronte (attuale consigliere di opposizione), l'ex presidente del Consiglio comunale Ciro Serrapica e Francesco Mirante, procuratore speciale della "Mirca" di Sant'Antonio Abate, la società che gestiva i servizi cimiteriali per conto del comune di Pompei. Anche loro erano finiti ai domiciliari, misura cautelare revocata oggi dal Riesame per mancanza di "gravi indizi di colpevolezza".

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