È partito già da qualche settimana il nuovo sportello di ascolto della Caritas di Pompei, ‘Oltre il muro’, che si occupa di sostenere tutte le persone con devianze. È aperto una volta a settimana, tutti i venerdì dalle 16 alle 19. In particolare, i volontari si dedicano a coloro che hanno problemi con la giustizia, ma non solo. “Gioco e droga sono gli altri affanni del nostro tempo – raccontano – stanno impoverendo la società ed i rapporti umani. Basti pensare che molto spesso chi cede a questi vizi si trascina dietro tutta la famiglia. Il nostro ruolo è quello dell’ascolto, provando ad accompagnare le persone ed i loro cari ad uscire dal tunnel”. Ma, sottolineano: “Il primo passo, quello più importante, è trovare la volontà di chi cade in queste tentazioni”.

Da problemi personali diventano problemi condivisi con le persone care che stanno intorno, soprattutto per il disagio economico in cui trascinano. È su questo versante che troviamo l’altra faccia della Caritas, quella per cui comunemente nota. “I nuovi poveri sono i giovani – dicono – che alcune volte vivono solo un momento ‘no’ a causa della perdita del lavoro”. Quindi la richiesta di aiuto che passa prima dal sacerdote della propria parrocchia, per poi giungere fino ad uno degli sportelli, come quello pompeiano. “Spesso sono le donne a venire da noi. Arrivano qui dopo aver parlato con il parroco, attraverso il quale sosteniamo le famiglie realmente bisognose”. Un passaggio importante perché allo sportello Caritas “non diamo mai i soldi alle persone” ed anche “per verificare effettivamente il loro stato di bisogno”. Purtroppo, infatti, anche la Caritas è soggetta a chi prova a truffare, chiedendo soldi, ma “con la nostra rete di contatti riusciamo facilmente a smascherarle”.

Quello che, però, sta diventando una piaga difficilmente guaribile è il gioco. “È la droga pulita di questo secolo, quella che porta il devastante effetto collaterale della povertà. Passano da noi, ci chiedono qualche euro ma guai a pensare che sono per la colazione dei figli. Servono a giocare ancora, immaginando, forse, di fare la vincita della vita. Intanto, i giocatori trascinano famiglie intere sul lastrico”.


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