Più assunzioni e meno precarietà agli scavi di Pompei. E’ quello che chiedono i lavoratori dipendenti di alcune cooperative che da 20 anni circa gestiscono concretamente i servizi museali. Dei servizi ritenuti “aggiuntivi” ma che in realtà “aggiuntivi” non sono.

Lunedì 28 giugno è in programma a Roma una manifestazione dei lavoratori esternalizzati del Ministero della Cultura. Tra questi anche quelli del Parco Archeologico di Pompei. Da mesi chiedono al Mibact di internalizzare i lavoratori e dare così più solidità al loro posto di lavoro.

Si tratta di servizi al pubblico assolutamente essenziali: le biglietterie, gli uffici informazioni, l’accoglienza, il controllo degli accessi, gli uffici per le guide turistiche, call center, librerie, deposito bagagli, Quindi, servizi indispensabili per il normale funzionamento di musei e parchi: “Centinaia di  lavoratori sono costretti a lavorare esposti molto spesso alle intemperie – ha spiegato Luigi Napolitano, di Cobas Lavoro Privato -, al caldo torrido estivo e al freddo invernale, spesso senza luoghi idonei dove consumare i pasti, senza avere a disposizione neanche gli spogliatoi per cambiarsi, nei giorni festivi, rinunciando a trascorrere queste giornate con le proprie famiglie per maggiorazioni salariali irrisorie”.

La pandemia in atto ha inoltre acuito dei problemi e delle criticità preesistenti che attanagliano i lavoratori già da molti anni. E ora, ai tanti problemi si aggiunge ora un ulteriore danno economico dovuto all’applicazione degli ammortizzatori sociali: “Una misera integrazione salariale  - ha continuato Napolitano - accreditata con ‘puntuali’ ritardi di erogazione da parte dell’Inps (anche di tre o quattro mesi) poiché le aziende in questione hanno deciso di non anticipare le somme spettanti ai propri dipendenti malgrado abbiano fatturato per decenni mediamente tra i settanta e gli ottanta milioni di euro all’anno fino al 2019. Con le attuali retribuzioni i lavoratori non sono in grado di garantire a loro stessi e alle loro famiglie un adeguato sostentamento”.

Gli iscritti alla scrivente organizzazione sindacale sono stati promotori già da qualche anno di molte manifestazioni: scioperi, presidi sia davanti ai cancelli del Parco Archeologico di Ercolano sia a Pompei e anche davanti alle sedi INPS rivendicando la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro e l’internalizzazione dei servizi e dei lavoratori. Una questione di giustizia sociale che dopo mesi, ancora non è stata risolta: “Una pletora di schiavi – ha concluso Napolitano - non può accogliere degnamente visitatori da tutto il mondo”.

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