Pompei. Inaugurato un nuovo intervento di messa in sicurezza nelle regiones V e IX, parte del Grande Progetto Pompei che ha utilizzato le risorse POIn 2007-2013 e PON 2014-2020. I lavori si sono concentrati sugli affreschi della casa di Marco Lucrezio Frontone, le scene erotiche del Piccolo Lupanare, la casa di Obellio Firmo con la cassaforte in bronzo e ferro ed una nuova area scavata.

Tra queste splendide domus di nuovo visitabili anche un’area di 50mila metri quadri interamente percorribile e libera dalle transenne e dalle puntellature che impedivano l’accesso alle strade e case, prima di oggi completamente irraggiungibili.

Gli interventi hanno coinvolto le murature su cui era necessario intervenire sistemando le creste murarie, sostituendo le piattebande e integrando lacune e mancanze; gli apparati decorativi sono stati puliti, consolidati, integrati con materiali idonei alle necessità; i lavori hanno interessato anche strade, marciapiedi, cancelli e coperture.

Nuovamente visitabile la casa di Marco Lucrezio Frontone, già riaperta con questa governance nel 2014, ma mancava un ambiente (il triclinium con la scena dell’uccisione di Neottolemo da parte di Oreste), che necessitava della sostituzione delle coperture. La stanza era puntellata e il legno delle coperture marcescente, si è provveduto alla sostituzione del legno (utilizzando del castagno) ed è stato conservato il tegolame marsigliese; i lavori con le nuove coperture permettono oggi di fruire di un affresco di particolare interesse.

Il cosiddetto ‘lupanariello’ completa l’itinerario erotico nell’antica città di Pompei, uno tra i più ricercati e conosciuti: alle immagini a soggetto erotico del lupanare, gli affreschi delle terme suburbane si aggiungono ora anche quelle dell'ambiente del Piccolo Lupanare.

Inoltre la vera novità, come ha spiegato il soprintendente Massimo Osanna, risulta essere lo scavo di una casa inedita utilizzata come discarica già nel 79 d.C., attigua ad un impianto commerciale, area devastata da una bomba del’43, il rifacimento infatti ha previsto il rifacimento dei basoli sconnessi dalla bomba. Rinvenuti pavimenti in signino tardo repubblicani che però verranno ricoperti per proteggerli dalle intemperie invernali.

La struttura era stata già individuata da Fiorelli alla metà dell’800, ma venne interpretata come un deposito per cui non si proseguì lo scavo. Per mettere in sicurezza l’area è stato necessario metterla completamente in luce e quello che è emerso sono due aree abitative; nella parte a sud compaiono ambienti commerciali che hanno avuto una serie di vicende, da pistrinum (panetteria) a fullonica (lavanderia) e forse abbandonate per il terremoto del 62 d.C momento in cui l’area diventa un deposito di materiale. Accanto, una casa con atrio tuscanico e peristilio alle spalle ed ambienti che si affacciano intorno.

I lavori in questa area sono stati piuttosto complessi – spiega il Direttore Generale Gen. D. CC. Curatoli - perché vi era amianto frutto di restauri precedenti quando ancora non era riconosciuto come tossico, per cui prima di procedere con i lavori, l’area è stata sottoposta a bonifica ed oggi ritorna in tutto il suo splendore alla fruizione del pubblico.  


Puoi ricevere le notizie de loStrillone.tv direttamente su Whats App. Memorizza il numero 334.919.32.78 e inviaci il messaggio "OK Notizie"

vai al video