Presunti abusi edilizi agli Scavi di Pompei, la Soprintendenza rimanda al mittente le accuse del senatore Pietro Langella. Relativamente alle notizie che nei giorni scorsi sono circolate sui lavori di riqualificazione attualmente in corso nei pressi di Porta Stabia, il Parco Archeologico si difende chiarendo di aver espletato tutte le procedure previste dalle norme urbanistiche e paesaggistiche.

“Il progetto della Soprintendenza – fanno sapere - elaborato nel giugno del 2014, è stato condiviso è discusso in Conferenza di Servizi con i vari Enti per i procedimenti di competenza. Il parere del Mibact è stato espresso in merito alla compatibilità dell’intervento per gli aspetti di tutela del patrimonio culturale. Si tratta di edifici degli anni ’70, fatiscenti ed in parte crollati, senza tener conto dello stato di abbandono in cui l’area versava, per la presenza di un cantiere interrotto da molti anni e di baracche usate come depositi”.

Analisi e controlli accurati, dunque. Niente a che vedere con le accuse lanciate dal senatore Langella, il quale, attraverso una nota congiunta con i senatori D’Anna e Milo, lamentavano presunti lavori non regolari nell’area del Parco Archeologico di Pompei, invocando il parere del ministro Dario Franceschini e l’intervento del governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca. Innumerevoli i pareri richiesti ed elencati dalla Soprintendenza: Direzione Regionale peri BB.CC. e Paesaggistici della Campania, il comune di Pompei, l’Unità Operativa Prevenzione Collettiva di Pompei, l’Agenzia del Demanio ed il comando provinciale dei Vigili del Fuoco.

(Nella foto, ecco come gli edifici di Porta Stabia si presentavano prima dell’intervento di riqualificazione).

“I lavori – hanno precisato la Soprintendenza - si sono resi necessari per esigenze di una più efficiente distribuzione degli uffici amministrativi e per risolvere l’annoso problema dell’edificio di Porta Marina, rispettando la volumetria prevista dalle norme. Nei programmi a venire sarà previsto inoltre una riorganizzazione degli spazi nei pressi di Porta Marina, in via Villa dei Misteri, attraverso un ampliamento degli ingressi e la fruizione di nuovi e più funzionali servizi dedicati ai visitatori”.

La controreplica di Ala, però, non si fa attendere. "Prendiamo atto della precisazione del parco archeologico di Pompei relativamente all'espletamento ed al rispetto di tutte le procedure previste dalle norme urbanistiche e paesaggistiche per i lavori in corso nell'area demaniale degli scavi, nei pressi di Porta Stabia”, ha dichiarato il senatore Vincenzo D’Anna. “Tuttavia – ha proseguito - la domanda di fondo rimane inevasa: il grosso manufatto ricade in una zona di vincolo assoluto laddove, ad un normale cittadino, non è consentito nemmeno aprire una finestra. In base a quale norma, dunque, si è potuto procedere in deroga ai piani paesaggistici vigenti? Lo Stato è chiamato o no rispettare i vincoli stringenti che poi esso stesso impone ai suoi cittadini?".

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