Veleni nel fiume Sarno e opere abusive. Scoperta una società che inquina tra Pompei e Castellammare. Scatta il sequestro. I Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Napoli, con i militari dell'arma locale, in esecuzione di un decreto di sequestro preventivo, emesso dal Giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Torre Annunziata su richiesta della Procura della Repubblica, hanno proceduto al sequestro dell'azienda della DG SCAVI S.r.l., con sede legale a Castellammare di Stabia e sede operativa a Pompei, attiva nel settore del movimento terra e della attività edilizia, il cui legale rappresentante è ritenuto responsabile di avere realizzato interventi abusivi. L'imprenditore ha costruito opere edilizie, in zona sismica e sottoposta a vincolo paesaggistico, in assenza dei titoli autorizzativi previsti. In particolare, le indagini, espletate dai Carabinieri del NOE Napoli con la collaborazione tecnica dell'ARPAC e coordinate dalla Procura della Repubblica, hanno permesso di accertare che la DG SCAVI S.r.l. aveva posto in essere: l'illecito stoccaggio, in area esterna ed esposta agli agenti atmosferici, di rifiuti speciali, pericolosi e non, costituiti da inerti da demolizione, scarti in plastica, residui di rifiuti solidi urbani; l'illecito scarico, sul nudo terreno, delle acque di dilavame nto dei piazzali e degli olii provenienti dai sistemi idraulici e meccanici degli automezzi ivi parcheggiati; la realizzazione, in area sottoposta a vincolo paesaggistico — ambientale, di strutture fisse in ferro e calcesfruzzo, adibite ad uffici, spogliatoi per il personale e servizi igienici, in assenza di titoli autorizzativi. Nel corso dell'attività ispettiva i militari del NOE di Napoli hanno rinvenuto tre vasche interrate, prive di certificazione di tenuta stagna, piene di reflui biologici provenienti dai servizi igienici, per le quali la società non disponeva dei titoli autorizzativi allo stoccaggio e non era in grado di fornire i formulari attestanti il regolare smaltimento dei reflui. Il sequesfro preventivo dell'azienda, secondo quanto ritenuto dal Giudice delle indagini preliminari di Torre Annunziata, si è reso necessario in quanto vi è il fondato motivo di ritenere che la prosecuzione dell'utilizzo dell'area sequestrata determinerebbe l'aggravamento delle conseguenze dei reati, la profrazione della commissione degli stessi e la compromissione ulteriore dell'ambiente circostante. La Procura della Repubblica, trattandosi di area sottoposta a vincolo paesaggistico — ambientale, ne ha disposto lo sgombero, entro 5 giorni dalla notifica del provvedimento di sequestro, da tutto quanto in essa illecitamente stoccato (rifiuti solidi e liquidi) e depositato (materie prime e prodotti di lavorazione). Il sequestro si inserisce nella più ampia ed articolata campagna di confrolli che i Carabinieri per la Tutela Ambientale e della Transizione Ecologica di Napoli e i Carabinieri Forestali della Campania, avvalendosi della collaborazione tecnica dell'ARPAC, stanno svolgendo, sotto il coordinarnento sinergico delle Procure della Repubblica di Avellino, Nocera Inferiore e Torre Annunziata, finalizzata ad accertare e rimuovere le cause dell'inquinamento del fiume Samo, ed avente ad oggetto le aziende ubicate nel territorio compreso nel bacino idrografico di detto corso d'acqua, al fine di individuare gli scarichi abusivi di reflui indusfriali recapitati direttamente o indirettarnente nel fiume Sarno ed interrompere le attività illegali che influiscono negativamente sullo stato di salute del suddetto corso d'acqua. Gli accertamenti sin qui espletati hanno evidenziato che le principali cause di inquinamento del fiume Sarno sono riconducibili a scarichi di reflui industriali effettuati illegalmente da aziende; scarichi di acque meteoriche di dilavamento, provenienti dai piazzali estemi delle attività produttive, interessati dallo stoccaggio di rifiuti speciali e/o dal deposito di materiali contaminati.

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